Torna A Casa Mexico
Pace, Bigazzi, Savio
Sono Alfonso Boffa, inviato speciale del del TG1,
E sono ancora qui, dopo undici anni sulla gradinata del del Rio de la Plaza
Che mi mangio le mani per aver perso il Mundial.
Ricordo ancora con fervor i ventidue giocatori che entrarono in campo:
Burnich Facchetti Mazzola, Corsa, Andruco Aluno Almina,
Amoso Huno Mana Mina Lulu Dudo, che fecero tremar il Rio de la Plata. Urca.
Arbitro imparziale ma non troppo, San Domingo D'Anastazio de Val Golsion,
Pantaloncini corti, mutanda leggermente da fuori che correva in tutto il campo,
Con fischietto al ditone.
Ma venne un uomo chiamato Marzot, che rovinò tutto.
Innestò Cabrini in Furini, e furono i guai con gli intestini.
Acchiappammo quattro capate ogni volta, e non arrivammo neanche a fare il record di Alessandro Volta.
Sento ancora nell'aria il profumo dei gerani del Messico.
Venivano palle da tutte le parti: mo' te la pigliavi tu,
E adesso me la pigliavo io.
Il gioco andava scorriendo mano mano con una facilità che faceva impression. Olè.
A Pueblo incassammo una cifra, che dividemmo negli spogliatoi.
Rivera, quello più iggurgitato, si prese un diecimila lire e se lo mangiò.
Quattro giorni dopo, cagando nel cesso, Boninsegna lo strappò violentemente dal culo
E si prese un'aranciata gasata amara, e se la bevve in un attimo tutta.
Così perdemmo la finale, per tre a uno, ad opera di quei bocchinari dei brasiliani. Olè.
Qui Messico, a voi Italia, io da qui me ne vache immediatamente.
Continua ancora la rammera? La rammera?
Le trombe che ascoltate sono le trombe di Ignazio Fazio Wordusio,
Un orchestrale che vive ancora qui nel ricordo di quella magnifica serata.
Quando battemmo quattro a due se non vado errato, i nazisti di Himmler.
Schnellinger lo sfasato si buttò con un piede e ci fece un affronto,
Ma subito ci riscattammo, e prendendo a morsi il l'erba e la palla
Riuscimmo a vincere quella mitica partita che ancora oggi Picchi ricorda
Nella Val D'Aosta rincuora con lo hala-hala-haii-hù
Ollavaravaraihùùùù.
Questa è un memorandum ai ventidue atleti che andarono lì,
Persero sì la coppa del mondo, ma vinsero la coppa dell'amore
Che ancora oggi gli Italiani conservano nel cuore.
Questa trasmissione vi è stata offerta da Flip,
Il liquore amaro-dolce che prima v'inghippa, e poi vi flippa.
Salute, ragazzi. Olò olè lablablablabla prr prr.
Sé veè ta ta ta ta ta ta ta ta ta ta ta ta bum.
Sono Alfonso Boffa, inviato speciale del del TG1,
E sono ancora qui, dopo undici anni sulla gradinata del del Rio de la Plaza
Che mi mangio le mani per aver perso il Mundial.
Ricordo ancora con fervor i ventidue giocatori che entrarono in campo:
Burnich Facchetti Mazzola, Corsa, Andruco Aluno Almina,
Amoso Huno Mana Mina Lulu Dudo, che fecero tremar il Rio de la Plata. Urca.
Arbitro imparziale ma non troppo, San Domingo D'Anastazio de Val Golsion,
Pantaloncini corti, mutanda leggermente da fuori che correva in tutto il campo,
Con fischietto al ditone.
Ma venne un uomo chiamato Marzot, che rovinò tutto.
Innestò Cabrini in Furini, e furono i guai con gli intestini.
Acchiappammo quattro capate ogni volta, e non arrivammo neanche a fare il record di Alessandro Volta.
Sento ancora nell'aria il profumo dei gerani del Messico.
Venivano palle da tutte le parti: mo' te la pigliavi tu,
E adesso me la pigliavo io.
Il gioco andava scorriendo mano mano con una facilità che faceva impression. Olè.
A Pueblo incassammo una cifra, che dividemmo negli spogliatoi.
Rivera, quello più iggurgitato, si prese un diecimila lire e se lo mangiò.
Quattro giorni dopo, cagando nel cesso, Boninsegna lo strappò violentemente dal culo
E si prese un'aranciata gasata amara, e se la bevve in un attimo tutta.
Così perdemmo la finale, per tre a uno, ad opera di quei bocchinari dei brasiliani. Olè.
Qui Messico, a voi Italia, io da qui me ne vache immediatamente.
Continua ancora la rammera? La rammera?
Le trombe che ascoltate sono le trombe di Ignazio Fazio Wordusio,
Un orchestrale che vive ancora qui nel ricordo di quella magnifica serata.
Quando battemmo quattro a due se non vado errato, i nazisti di Himmler.
Schnellinger lo sfasato si buttò con un piede e ci fece un affronto,
Ma subito ci riscattammo, e prendendo a morsi il l'erba e la palla
Riuscimmo a vincere quella mitica partita che ancora oggi Picchi ricorda
Nella Val D'Aosta rincuora con lo hala-hala-haii-hù
Ollavaravaraihùùùù.
Questa è un memorandum ai ventidue atleti che andarono lì,
Persero sì la coppa del mondo, ma vinsero la coppa dell'amore
Che ancora oggi gli Italiani conservano nel cuore.
Questa trasmissione vi è stata offerta da Flip,
Il liquore amaro-dolce che prima v'inghippa, e poi vi flippa.
Salute, ragazzi. Olò olè lablablablabla prr prr.
Sé veè ta ta ta ta ta ta ta ta ta ta ta ta bum.
Credits
Writer(s): Gaetano Savio, Giancarlo Bigazzi, Daniele Pace
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