La fossa delle speranze
E così mi ritrovai a vent'anni con i miei sogni di rivoluzione
Schiacciati da questo obbligato individualismo programmato
Per ognuno di noi
E non c'è spazio per la filosofia
La corsa è cominciata e tu sei ancora al via
Se la prospettiva è stabile, la voglia di distinguersi
L'incapacità di dar valore ma i rimpianti sono solo per i deboli
E sono tanti come gli errori commessi
Ma mai due volte gli stessi e tanti gli insuccessi
I compromessi, i pensieri sconnessi,
riflessi e riflessioni tanti sacrifici vani
Ora non ci pensare non è questa la priorità
Pensa a dimostrare a chi ti ama quel che merita
Sii coerente con quello che predichi
Non ostentare i meriti e ti prego non dimenticare l'etica
E poi ti guardi intorno e ti rendi conto
Dei castelli di carta su cui si regge il mondo
Non capisco la fede forse sono strano
Ma ogni volta che ho pregato Dio l'ho nominato invano
Generazione sul divano
Quella che aspira ad aspirare il cannone che hanno in mano, vano
Ogni tentativo d'apparire umano
Voglio uscire da quest'apatia e voglio uscirne sano
Ogni giorno che passa si allarga la
fossa in cui seppelliamo ogni speranza
Morta e risorta
È un ciclo senza fine ma ora chiudi la porta, chiudi la porta
Dodici note quattro fogli una matita settecento idee in disordine
Metti apposto la tua vita
Non hai fidanzata non riesci più ad amare
Prenderai anche qualche malattia a forza
di lasciare il cuore sparso in mille letti
Che poi l'unica che forse vuoi vedere neanche più la senti
Ricordi che prima erano belli che adesso li evitiamo,
Che vogliamo fa' frate' ne usciamo?
Ti amo, quel suono quant'è che non lo senti
Fra un po' prima di uscire manco più ti lavi i denti
Ti penti coglione di non aver studiato prima
Troppo impegnato a stare in mezzo a un prato collassato
Beato chi non ha bisogno ogni giorno di un sogno di
un futuro e vive il presente io mi ci allontano, giuro
Solo fumo, spento sono inutile,
un piccolo bastardo pronto in tasca già condannato ad ardere
Accendimi fammi bruciare in fretta la
mia breve vita intensa respira il mio veleno
E intanto pensa
Che ogni giorno che passa si allarga
la fossa in cui seppelliamo ogni speranza
Morta e risorta
È un ciclo senza fine ma ora chiudi la porta, chiudi la porta
Schiacciati da questo obbligato individualismo programmato
Per ognuno di noi
E non c'è spazio per la filosofia
La corsa è cominciata e tu sei ancora al via
Se la prospettiva è stabile, la voglia di distinguersi
L'incapacità di dar valore ma i rimpianti sono solo per i deboli
E sono tanti come gli errori commessi
Ma mai due volte gli stessi e tanti gli insuccessi
I compromessi, i pensieri sconnessi,
riflessi e riflessioni tanti sacrifici vani
Ora non ci pensare non è questa la priorità
Pensa a dimostrare a chi ti ama quel che merita
Sii coerente con quello che predichi
Non ostentare i meriti e ti prego non dimenticare l'etica
E poi ti guardi intorno e ti rendi conto
Dei castelli di carta su cui si regge il mondo
Non capisco la fede forse sono strano
Ma ogni volta che ho pregato Dio l'ho nominato invano
Generazione sul divano
Quella che aspira ad aspirare il cannone che hanno in mano, vano
Ogni tentativo d'apparire umano
Voglio uscire da quest'apatia e voglio uscirne sano
Ogni giorno che passa si allarga la
fossa in cui seppelliamo ogni speranza
Morta e risorta
È un ciclo senza fine ma ora chiudi la porta, chiudi la porta
Dodici note quattro fogli una matita settecento idee in disordine
Metti apposto la tua vita
Non hai fidanzata non riesci più ad amare
Prenderai anche qualche malattia a forza
di lasciare il cuore sparso in mille letti
Che poi l'unica che forse vuoi vedere neanche più la senti
Ricordi che prima erano belli che adesso li evitiamo,
Che vogliamo fa' frate' ne usciamo?
Ti amo, quel suono quant'è che non lo senti
Fra un po' prima di uscire manco più ti lavi i denti
Ti penti coglione di non aver studiato prima
Troppo impegnato a stare in mezzo a un prato collassato
Beato chi non ha bisogno ogni giorno di un sogno di
un futuro e vive il presente io mi ci allontano, giuro
Solo fumo, spento sono inutile,
un piccolo bastardo pronto in tasca già condannato ad ardere
Accendimi fammi bruciare in fretta la
mia breve vita intensa respira il mio veleno
E intanto pensa
Che ogni giorno che passa si allarga
la fossa in cui seppelliamo ogni speranza
Morta e risorta
È un ciclo senza fine ma ora chiudi la porta, chiudi la porta
Credits
Writer(s): Jacopo Castagna
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