Centrale dei desideri

Abbiam vissuto i nostri anni
Con il senso d'una sottrazione primaria
Piangendo quelle cose trascinate
Lieti di non avere in noi che cose amate

Come un eroe derelitto in bicicletta
Sul blues di sanpietrini che attraverso senza fretta
Dove l'aula magna affianca il vecchio Galvani
Dal muscolo cardiaco ai simmetrici polmoni
A Porta Saragozza, nel pubblico cortile
Giocavo sul mulo meccanico silenzioso di una piccola fine
Oggi come allora c'è chi resta ad aspettare
Un'occasione, un lutto, un moto popolare
Non sono stato abile nella scalata
Resto precario, professore a chiamata
Noi come naufraghi stesi in un golfo senza mare
Per trasformare queste piccole morti
Nelle nostre corrotte vittorie

Ecco la differenza più netta, più feroce
Tra quello che doveva accadere e questo nulla tenace
L'inutile esigenza di smarcarsi nella vita
Ad ostentare qualità che poi nessuno nota
Non sono stato abile nella scalata
Resto precario, professore a chiamata
Noi come naufraghi stesi in un golfo senza mare
Per trasformare queste piccole morti
Nelle nostre corrotte vittorie

In un appartamento condiviso
A trincerarci nei propri corredi
C'è ancora chi prolunga gli anni da studente
Fino a saperne così tanto da non poter fare più niente
Nella stanza è tutto profondere
Al fondo del sonno, liberazione
Per chiudermi nel guscio grigio delle palpebre
La piazza è colma di volti chiari
È la centrale dei desideri
Con gli occhi spalancati verso il buio
Sbatteremo la fronte per una spinta divaricante
E riascolteremo nell'aria quella decomposizione
Dentro la macchina furente dell'illegale repressione

Noi come naufraghi stesi in un golfo senza mare
Per trasformare queste piccole morti
Nelle nostre corrotte vittorie



Credits
Writer(s): Marco Cantini
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