Io sono uno
Aspetta un momento allora, ascolta...
Se è per questo, ti dico subito che soldi spero di farne
Un po' ne ho già fatti e spero di farne ancora di più
Capisci? Perché uno coi soldi si sente più tranquillo, più libero
Su questo siamo d'accordo? Bene
E quando li farò non li devolverò all'azione cattolica
Ma me li tengo e me li mangio: in puttane, in quello che mi pare
Ma me li mangio io
Quanto all'altra questione, ti dico però una cosa
E cioè che io faccio anzitutto il cantante, prima cosa
Se avessi saputo fare il violinista, avrei fatto il violinista
Oppure, non so, il giornalista, lo sciatore
A questo punto, quando viene a galla la personalità dell'individuo
Sappiamo che ci sono individui accomodanti e individui non accomodanti
C'è chi fa il ragioniere di banca e non è accomodante
C'è chi fa il poeta ed è accomodante
Ma questo è un fatto secondario
Cioè io canto non perché mi interessa protestare
E poi quindi lo faccio cantando
Io canto, ripeto, perché mi piace la musica
Da bambino, prima ancora di sapere cos'era la protesta
Io avevo una chitarra in casa, con la quale suonavo
Io sono uno
Che parla troppo poco, questo è vero
Ma nel mondo c'è già tanta gente
Che parla, parla e parla sempre
Che pretende di farsi sentire
E non ha niente da dire
Allora, sarà bene intendersi molto chiaramente
Su questa storia della partecipazione
Anzitutto prendiamo atto di un fatto:
Che questa è una società di tipo industriale
Perciò se voglio fare arrivare non dico una protesta
Fare arrivare un certo mio discorso al pubblico
Bisogna che lo faccia industrialmente giusto
Anche prima ci sono state senza dubbio canzoni molto impegnate
Senz'altro più intelligenti, che però non hanno approdato a niente
Oggi si parla di cartoline precetto strappate
Ma strappate in grande numero
Si parla di marce della pace alle quali ci va un sacco di gente
E questa gente perché ci va?
Io sono uno
Che sorride di rado, questo è vero
Ma in giro ce ne sono già tanti
Che ridono e sorridono sempre
Però poi non ti dicono mai
Cosa pensano dentro
Io sono uno
Che non dice chi è la sua donna, questo è vero
Perché non ammiro la gente
Che prima implora un po' d'amore
E poi non appena l'ha avuto
Lo va a raccontare
Il mondo di domani è quello che importa
Perché il mondo di oggi evidentemente non va bene
E si cerca di correggerlo
Altrimenti avremmo tutti ottant'anni
E ci preoccuperemmo solo del mondo di oggi
Mentre tutto ciò che facciamo, lo facciamo
Spero e mi auguro
Pensando al mondo di domani
Io sono uno
Che non nasconde le sue idee, questo è vero
Perché non mi piacciono quelli
Che vogliono andar d'accordo con tutti
E che cambiano ogni volta bandiera
Per tirare a campare
Se è per questo, ti dico subito che soldi spero di farne
Un po' ne ho già fatti e spero di farne ancora di più
Capisci? Perché uno coi soldi si sente più tranquillo, più libero
Su questo siamo d'accordo? Bene
E quando li farò non li devolverò all'azione cattolica
Ma me li tengo e me li mangio: in puttane, in quello che mi pare
Ma me li mangio io
Quanto all'altra questione, ti dico però una cosa
E cioè che io faccio anzitutto il cantante, prima cosa
Se avessi saputo fare il violinista, avrei fatto il violinista
Oppure, non so, il giornalista, lo sciatore
A questo punto, quando viene a galla la personalità dell'individuo
Sappiamo che ci sono individui accomodanti e individui non accomodanti
C'è chi fa il ragioniere di banca e non è accomodante
C'è chi fa il poeta ed è accomodante
Ma questo è un fatto secondario
Cioè io canto non perché mi interessa protestare
E poi quindi lo faccio cantando
Io canto, ripeto, perché mi piace la musica
Da bambino, prima ancora di sapere cos'era la protesta
Io avevo una chitarra in casa, con la quale suonavo
Io sono uno
Che parla troppo poco, questo è vero
Ma nel mondo c'è già tanta gente
Che parla, parla e parla sempre
Che pretende di farsi sentire
E non ha niente da dire
Allora, sarà bene intendersi molto chiaramente
Su questa storia della partecipazione
Anzitutto prendiamo atto di un fatto:
Che questa è una società di tipo industriale
Perciò se voglio fare arrivare non dico una protesta
Fare arrivare un certo mio discorso al pubblico
Bisogna che lo faccia industrialmente giusto
Anche prima ci sono state senza dubbio canzoni molto impegnate
Senz'altro più intelligenti, che però non hanno approdato a niente
Oggi si parla di cartoline precetto strappate
Ma strappate in grande numero
Si parla di marce della pace alle quali ci va un sacco di gente
E questa gente perché ci va?
Io sono uno
Che sorride di rado, questo è vero
Ma in giro ce ne sono già tanti
Che ridono e sorridono sempre
Però poi non ti dicono mai
Cosa pensano dentro
Io sono uno
Che non dice chi è la sua donna, questo è vero
Perché non ammiro la gente
Che prima implora un po' d'amore
E poi non appena l'ha avuto
Lo va a raccontare
Il mondo di domani è quello che importa
Perché il mondo di oggi evidentemente non va bene
E si cerca di correggerlo
Altrimenti avremmo tutti ottant'anni
E ci preoccuperemmo solo del mondo di oggi
Mentre tutto ciò che facciamo, lo facciamo
Spero e mi auguro
Pensando al mondo di domani
Io sono uno
Che non nasconde le sue idee, questo è vero
Perché non mi piacciono quelli
Che vogliono andar d'accordo con tutti
E che cambiano ogni volta bandiera
Per tirare a campare
Credits
Writer(s): Luigi Tenco
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