Le bateau ivre

Ho imbevuto il mio cervelletto nell'etanolo
Ho messo l'ultimo etto di anima in un ghetto blaster
Aspettando che tornaste, che riconosceste il cuore
Che sta al di là di queste plastiche
Il dolore che un farmaco non smorza
Stringo il collo di questa stronza
Tipo scamorza
Con la corda vocale del mio Doppio,
Perché prendo i miei difetti e ne faccio una forza
Coscienza sporca, come Zeno:
Un ego egro porta il gelo anche quando il cielo è sereno
Ma quello della lingua è un freno che non premo
Solo perché le major rimbalzano le demo
Memore del cordame, delle fratture di femore,
Ribelle ad ogni remore, ribelle ad ogni freno
Ho scelto il rap perché sono refrattario alle tegole,
Perché è l'unica forma di poesia che non ha regole

Anemone: ballo nelle onde,
Che oscillano alla frequenza dell'ego
Demone: Lo rinnego tre volte:
Crederei solo a un Dio che facesse le giravolte
Poeta spettinato,
E loro guardano allo scafo, mica alla stiva
La stima della gente l'ho smarrita da quando
Arrivo dove manco la mente arriva

Sporco dentro e brutto fuori:
Prediligo il Dio Bacco a Brio Blu
Glu glu glu
E sbaglio tutti i calcoli per gli alcoli:
Salgo di grado alcolico, mica nelle divise blu

Meglio non calarsi nei meandri della mente:
Mi faccio una doccia di anacardi,
Stringo il collo di una boccia di Bacardi
E mi bevo alla goccia la catarsi
Bicchieri sconosciuti mi gridano "alla tua!"
E non so neanche a dove cazzo rivolgere la prua
La poppa invece l'ho rivolta spesso
Ed è curioso che a penetrare è stato il gentil sesso
C'ho le mani di strutto
Ma qualcosa di troppo brutto mi rende bello
Di maledetto, di ebbro come il battello,
Di estremamente vero a dispetto del trucco
E delle maschere che metto
Qualcosa che lascia di stucco
Il rispetto per ciò che distruggo
Fuggo col freddo vento tramontano
Che gonfia le vele di un BISCAFO catamarano

"Indifferente al destino dell'equipaggio",
Navigo in acque diverse ogni 27 maggio:
La lingua delle radici non la capisco
Quel barlume di serotonina non la inibisco
Ubriaco lungo fiumi di lacrime,
Ma non dovuti all'allergia ai latticini
C'ho i succhi gastrici acidi come gli acini rancidi
Schiacciati per riempire questi calici

Sporco dentro e brutto fuori:
Prediligo il Dio Bacco a Brio Blu
Tequila bum
E gira tutto intorno alla room
Rimbaud del Duemila, antieroe, Leopoldo Bloom

Dio, non mi ti piego, non ti prego: ti rinnego.
Conta quanti "ego": non so se mi spiego
No ripiego se non un borghese diniego
Di regole e schemi: un battello a gin lemon

Bacio il collo della mia puta, una buta:
Le avvolgo le dita attorno alla vita
E AFFONDO sinapsi e ricordo di questi scarsi
In un solo sorso di Ricard,
Ai sensi di colpa dell'articolo di fondo
Un succo zuccherino fa i dispetti alla scorza
Che ho fatto mia per mere questioni d'onore
Mentre fluttuo in balia di queste onde sonore
Sono solo egro: non è che son stronzo
Non è che son ebbro: sono proprio sbronzo
Lungo il loro sanguinoso Isonzo, ma conscio
Che farò di un disco d'oro la mia faccia di bronzo
Percorro l'Acheronte, Caronte di me stesso:
È di mia sponte che ho lasciato le sponde,
Ignaro della foce e dimentico della fonte,
Senza sapere a dove cazzo rivolgo la fronte

L'ego si confonde con le onde
Per nascondere una forte instabilità emotiva
Per l'eccessiva distanza dalla riva,
Una deriva la cui sola medicina è la rima
L'ho bruciata una cima, ma non saliva,
E un rapper ha bisogno di fiumi di saliva
Sarà che non prego Shiva, ma 'sta stiva vagante
Non trova Gange manco nelle vacanze

Sporco dentro e brutto fuori:
Prediligo il Dio Bacco a Brio Blu (c'ha più groove)
Giù di Rum
E gira tutto intorno alla room
Questi plancton non li vedo manco con lo zoom

Salpo, mi slego, mi levo la settima camicia
Il vento che mi spettina la vita
Non c'è Bernini senza Proserpina rapita,
Ed è nei fiumi di merda che si nota la pepita



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