Eleonora (fra le rane)

eleonora non è brava con le parole.
ride e piange perché non controlla il timone
del suo fiore di mai, come un vento d'aprile.
meraviglia se c'è, è un bacio e deve ferire.
come bimba in tutù male proprio non era.
ma crescendo, si sa, non riaffiora l'amore
per il soffio sottile di ritualità antiche.
e quell'autenticità resta in fondo a un cortile.
a cosa giocavi tu? eleonora soffriva:
in fondo al prato era il lago il suo unico amico
quando piove chissà se dopo uscirà il sole
quando piove chissà se escono ancora le rane.

tu non lo dire a mamma.
scappa da sola e corri là a spezzare catene in due
vinci sui pranzi tristi, piccolo fiore.
dietro il cespuglio, rimani sull'orlo.
nascosta giù al lago, a cercare le rane
guarda quanta luce c'è
è per te.

il suo naso all'insù dona un'aria gentile
al suo corpo sottile, ramoscello di vite
donna, dentro al suo trench, seni grossi e gioiosi.
dimmi, ci credi o no alla rabbia di dio?
ora è maggio e, si sa, siamo tutti più belli.
dentro l'aria c'è la cura dei nostri inverni
e quanti sogni farai su me che detesto sognare.
da quanti ti sveglierai trattenendo il respiro?
nel suo dna qualche cosa va male.
lo sapevano già, c'è sempre un tocco di amore
quando è stanca va giù nel suo giugno nel grano
forse trionferà "poesia di un amore profano"

tu non lo dire a mamma.
scappa da sola e corri là, che è storpia questa città.
vinci sui pranzi tristi, bella orchidea.
ricordi i colori, i dolori e gli umori di un piccolo fiore
laggiù fra le rane
guarda quanta luce fai.
e farai.



Credits
Writer(s): Fabrizio Barnabè
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