Il giorno in cui sono morto

Ricordo il giorno in cui sono morto
La neve fresca sui monti e le foglie
Ed un gabbiano a pelo sul mare
Di marmo e nebbia sul duomo le guglie

E c'era poi un albero enorme
Nel pugno chiuso due lucciole gialle
Nell'aria il volo di uccelli notturni
Nel cielo nero quei grappi di stelle

Ricordo il sale di un sole d'estate
Ed un ragazzo rapito nel fiato
Mia madre il fiore che gli sorrideva
Ed ero io quel bacio rubato

E c'eri tu con quel tuo vestito
Che mi guardavi poggiata ad un muro
Sembravi dirmi: non basta una foto
A preservarci dal tempo futuro

Ricordo il vuoto di una stazione
Ed il silenzio scioglieva i binari
Non c'era niente o forse già tutto
In quell'attesa da eroi pendolari

E lo stupore e lo smarrimento
Di rocce e cielo in fiamme al tramonto
Di un vagabondo che si scava dentro
Di suoni e rime sposati in un canto

E fu quel giorno che vi dissi addio
O forse solo un arrivederci
Da eroe o da vinto non è affar mio
Perché la vita sta più nel provarci
Mi addormentai lasciando a Dio
Il suo mestiere di dimenticarci
O quello di tornare a svegliarci



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