1983 - Remastered in 192 KHz
Le dieci del mattino e mi scoppia la testa
Come se avessi bevuto una botte di vino
O fossi stato alla mia festa
Apro la finestra è ancora buio
Butto un urlo per strada ma non mi risponde nessuno
Il mio cuore si è rotto come uno specchio si è rotto
Si è rotto quel bellissimo orologio ti ricordi
Come lo chiamavi tu
Il silenzio continua sono almeno le sette
Apro la radio la tele le orecchie
Ma nessuno trasmette
La stanza è piena di animali sembrano zanzare
Grosse come i cani ma almeno i cani non sanno volare
Forse qualcuno mi sente qualche vecchio amico mi sente
Provo ad urlare così forte, così forte
Almeno mi sentissi tu
Che giorno è
Che anno è
Lunedì martedì ma che vita è
Da una foto di mia madre comincia a parlare
Dice "non ti ricordi tuo padre come ci sapeva fare?"
Erano gli anni della guerra tutti col culo per terra
Si mangiava coi cani
Non ti ricordi a Bologna che festa
Quando arrivarono gli americani
Ehi nel '43
La gente partiva, partiva e moriva e non sapeva il perché
Ma dopo due anni tutti quanti perfino i fascisti
Aspettavano gli americani come a Riccione
Oggi aspettano i turisti
E proprio te quella notte in piazza
Sulle spalle di tuo padre sembravi un re
Finiti i bombardamenti tutti a farsi i complimenti
Erano tristi solo i morti e si mangiavano le mani
Non perché erano morti ma perché non si svegliavano domani
Ti ricordi quella bruna come era triste perché sapeva
Di non vedere i razzi sulla luna, luna
I razzi sulla luna oggi un fatto normale
Se ne vedono tanti piantati in fila
Che sembrano alberi di natale
Poi spostando il cannocchiale puoi dare un nome alle stelle
Puoi giocare con tutto e con niente
Puoi giocarti anche la pelle ma
Qualcosa ci manca e quel qualcosa ci stanca
Ci stanca avere tutte queste cose che ci mancano
Se non le abbiamo più
Incontri la gente e si annoia
La noia è una congiura
Ma poi li vedi come vivono in fretta
Forse la noia è soltanto paura
Una paura che offende che ogni mattina ci prende
La paura di essere ciccia da contare
E che la vita non cambi più
Che anno è
Che giorno è
Lunedì martedì ma che vita è
Dal cielo cade un giornale nessuna novità
Tutto sembra normale chi può dire quanto durerà
Gira ancora la terra?
(Chissà si fermerà)
Da che parte per la guerra scusi?
(Giri un poco più in là)
Beh ci vediamo domani faccio due salti nel vento se mi sento
Domani torno qua, perché
Ehi '83
Sei lì come uno specchio
Ci fai sentire diversi
Nessuno sa il perché
Né meglio né peggio
Ma tutti quanti, perfino i più tristi
Aspettiamo di svegliarci insieme
E di guardarci e di toccarci
E di guardarci
Come non ci fossimo mai visti
E proprio te questa notte in piazza
Sulle spalle di nessuno sarai un re
Niente bombardamenti
Come se avessi bevuto una botte di vino
O fossi stato alla mia festa
Apro la finestra è ancora buio
Butto un urlo per strada ma non mi risponde nessuno
Il mio cuore si è rotto come uno specchio si è rotto
Si è rotto quel bellissimo orologio ti ricordi
Come lo chiamavi tu
Il silenzio continua sono almeno le sette
Apro la radio la tele le orecchie
Ma nessuno trasmette
La stanza è piena di animali sembrano zanzare
Grosse come i cani ma almeno i cani non sanno volare
Forse qualcuno mi sente qualche vecchio amico mi sente
Provo ad urlare così forte, così forte
Almeno mi sentissi tu
Che giorno è
Che anno è
Lunedì martedì ma che vita è
Da una foto di mia madre comincia a parlare
Dice "non ti ricordi tuo padre come ci sapeva fare?"
Erano gli anni della guerra tutti col culo per terra
Si mangiava coi cani
Non ti ricordi a Bologna che festa
Quando arrivarono gli americani
Ehi nel '43
La gente partiva, partiva e moriva e non sapeva il perché
Ma dopo due anni tutti quanti perfino i fascisti
Aspettavano gli americani come a Riccione
Oggi aspettano i turisti
E proprio te quella notte in piazza
Sulle spalle di tuo padre sembravi un re
Finiti i bombardamenti tutti a farsi i complimenti
Erano tristi solo i morti e si mangiavano le mani
Non perché erano morti ma perché non si svegliavano domani
Ti ricordi quella bruna come era triste perché sapeva
Di non vedere i razzi sulla luna, luna
I razzi sulla luna oggi un fatto normale
Se ne vedono tanti piantati in fila
Che sembrano alberi di natale
Poi spostando il cannocchiale puoi dare un nome alle stelle
Puoi giocare con tutto e con niente
Puoi giocarti anche la pelle ma
Qualcosa ci manca e quel qualcosa ci stanca
Ci stanca avere tutte queste cose che ci mancano
Se non le abbiamo più
Incontri la gente e si annoia
La noia è una congiura
Ma poi li vedi come vivono in fretta
Forse la noia è soltanto paura
Una paura che offende che ogni mattina ci prende
La paura di essere ciccia da contare
E che la vita non cambi più
Che anno è
Che giorno è
Lunedì martedì ma che vita è
Dal cielo cade un giornale nessuna novità
Tutto sembra normale chi può dire quanto durerà
Gira ancora la terra?
(Chissà si fermerà)
Da che parte per la guerra scusi?
(Giri un poco più in là)
Beh ci vediamo domani faccio due salti nel vento se mi sento
Domani torno qua, perché
Ehi '83
Sei lì come uno specchio
Ci fai sentire diversi
Nessuno sa il perché
Né meglio né peggio
Ma tutti quanti, perfino i più tristi
Aspettiamo di svegliarci insieme
E di guardarci e di toccarci
E di guardarci
Come non ci fossimo mai visti
E proprio te questa notte in piazza
Sulle spalle di nessuno sarai un re
Niente bombardamenti
Credits
Writer(s): Lucio Dalla
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