Alta Poesia del Fango

L'alta poesia del fango
È un urrà al vento in faccia
Da quando il dio barbuto è andato via
Le telecamere sono in strada

E noi che abbiamo il vecchio difetto
Di non poter morire
E noi che abbiamo l'antico vizio
Di stare male dentro camice di forza o catene
Viviamo (Liberi) per l'Eternità

All'inferno per amore
Orgoglio, vanità, timore
Quanti corpi in mano al mostro

Un palmo di terra ci mise a dormire
Ma sempre ci puoi sentire, nella notte
Cantare quegli antichi canti di pace alla pace
Quegli urli strazianti di guerra alla guerra
Pieni di brividi

Sepolcri e illustri mummie non sono
Solo arcaiche culture
E cattedrali oscurano la luce dell'astro di vita
Ma i nostri canti ora nel giorno si alzano scagliando
Il folle buio sul vecchio rombo

C'è questo manicomio chiamato mondo
C'è questa grande prigione, gabbia sociale
Il dio che li muove è un vecchio cane chiamato Pluto
Il vento che dentro soffia è artificiale come il dolore
Il cuore che dentro batte pompa metallo e ambiguità

L'amore è universale e perenne ma sanguigno e tribale
Ma pensare che sia tutto male è un inganno del male
Io ti capisco se hai in gola il pianto e non lo puoi sputare
Perché non sei tu ciò che stai vivendo



Credits
Writer(s): Estrema Artistica
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