Il misogino (Psicoanalisi di un prete) [feat. Simone Balestro]
(Ho versato)
Due gocce di limone negli occhi della sera
Leccando le ferite di un'esistenza intera
Il bisogno che ho d'amore è la mia malattia
Che spesso si confonde con la malinconia
E scrivo allora pagine vuote di ogni senso
Che spaziano nel nulla
Implorando un po' d'immenso
L'amore è il guaito di un cane abbandonato
Che reclama un po' d'affetto e avanzi di stufato
L'ipocondria è latente
Negli squarci del pensiero
Una stella danzante calpesta il suo mistero
Eppure le sue mani hanno sempre cinque dita
Le conto e le riconto ci scommetterei la vita!
Intenso è il suo sguardo
Ed io non mi sento degno
Di reggerne la forza di copiarne il disegno
Ed ho paura (Ed ho paura)
Di respirarle addosso
Eppure la vorrei sfiorare
Ma chiedendole il permesso
Ed io che ti amerei così forte
Così forte come non ho amato mai
Ma preferirei anche la morte
Piuttosto che scovare dove sei
Ed io che ti vorrei così tanto
Così tanto come anche tu lo vuoi
Ma il senso del possesso è in un lamento
Che forse tu non scoprirai
Ed ho abortito gli anni, dissipato primavere
Confuso nei rimpianti la voglia di provare
Son diventato topo rosicchiando alle mammelle
Di un gatto indispettito che si rizza la pelle
Ed ho rincorso un cervo
Come fossi il cacciatore
Per poi trovarmi preda del mio stesso terrore
Ho sublimato istinti, partorito acqua e pane
Giocando come Edipo a confondere sottane
Perciò mi meraviglio nel sentire la tua voce
Così dolce e suadente, dal suono quasi atroce
Che mi sussurra in sogno di non scappare via
Da questo mio bisogno di nuova nostalgia
Ed io che ti amerei così forte
Così forte come non ho amato mai
Ma preferirei anche la morte
Piuttosto che scovare dove sei
Ed io che ti vorrei così tanto, (Così tanto)
Così tanto come anche tu lo vuoi
Ma il senso del possesso è in un lamento
Che forse tu non scoprirai
Ed io che vorrei assaporare
Le tue labbra come anche tu lo vuoi
Ma ho paura di assaggiare il tuo miele
Perché dolce non è stato mai
E vorrei imparare anche a sorriderti
Perché in fondo io non l'ho fatto mai
Ma se l'amore è un gioco da perdere
Per imparare è troppo tardi ormai
Due gocce di limone negli occhi della sera
Leccando le ferite di un'esistenza intera
Il bisogno che ho d'amore è la mia malattia
Che spesso si confonde con la malinconia
E scrivo allora pagine vuote di ogni senso
Che spaziano nel nulla
Implorando un po' d'immenso
L'amore è il guaito di un cane abbandonato
Che reclama un po' d'affetto e avanzi di stufato
L'ipocondria è latente
Negli squarci del pensiero
Una stella danzante calpesta il suo mistero
Eppure le sue mani hanno sempre cinque dita
Le conto e le riconto ci scommetterei la vita!
Intenso è il suo sguardo
Ed io non mi sento degno
Di reggerne la forza di copiarne il disegno
Ed ho paura (Ed ho paura)
Di respirarle addosso
Eppure la vorrei sfiorare
Ma chiedendole il permesso
Ed io che ti amerei così forte
Così forte come non ho amato mai
Ma preferirei anche la morte
Piuttosto che scovare dove sei
Ed io che ti vorrei così tanto
Così tanto come anche tu lo vuoi
Ma il senso del possesso è in un lamento
Che forse tu non scoprirai
Ed ho abortito gli anni, dissipato primavere
Confuso nei rimpianti la voglia di provare
Son diventato topo rosicchiando alle mammelle
Di un gatto indispettito che si rizza la pelle
Ed ho rincorso un cervo
Come fossi il cacciatore
Per poi trovarmi preda del mio stesso terrore
Ho sublimato istinti, partorito acqua e pane
Giocando come Edipo a confondere sottane
Perciò mi meraviglio nel sentire la tua voce
Così dolce e suadente, dal suono quasi atroce
Che mi sussurra in sogno di non scappare via
Da questo mio bisogno di nuova nostalgia
Ed io che ti amerei così forte
Così forte come non ho amato mai
Ma preferirei anche la morte
Piuttosto che scovare dove sei
Ed io che ti vorrei così tanto, (Così tanto)
Così tanto come anche tu lo vuoi
Ma il senso del possesso è in un lamento
Che forse tu non scoprirai
Ed io che vorrei assaporare
Le tue labbra come anche tu lo vuoi
Ma ho paura di assaggiare il tuo miele
Perché dolce non è stato mai
E vorrei imparare anche a sorriderti
Perché in fondo io non l'ho fatto mai
Ma se l'amore è un gioco da perdere
Per imparare è troppo tardi ormai
Credits
Writer(s): Valerio Carbone
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