Corso dei Mille, 178
Qui, mi ricordo come fosse ieri
C'era un letto, in una stanza vuota
Piena di sale, gocce di sentimenti
E le lucciole volavano sui marciapiedi
Qualche strada più in là
Napoli suonava dalle macchine
Ed io scrivevo dentro un libro dalle mille facce
Ma i brividi li tenevo per me
Non c'eri neanche tu e se c'eri
Eri di certo la più fragile
La strada cambia un uomo
Se un uomo cambia strada
Ma io sono rimasto a costruirmi questa casa
Che chiamo corpo
Che chiamo carne, chiamo ossa
Chiamo specchio e chiama qualche amico
Per cui ho già dato tutto
E niente in cambio ho avuto
Cinque anni, cinque inverni sopra un treno
E le mattine di caffè, di tramontana in mezzo al traffico
Ed uno stomaco che ha visto fiumi interi di incoscienza
A fare i conti con me stesso, a fare i conti con la vita
Con la realtà, con la finzione
Con il tempo, coi teatri
Con la gente e le sue maschere
Finché non ne ho indossata una anch'io
Per cui ho provato a darti tanto
E ho perso tutto ciò ch'è mio
Ma i brividi li tenevo per me
Non c'eri neanche tu e se c'eri
Eri di certo la più fragile
La strada cambia un uomo
Se un uomo cambia strada
Ma io sono rimasto a costruirmi questa casa
Domani arriverà, per l'ultima volta
Ed io credo ormai di essere me stesso
Ma cosa importa?
Di là dal tavolino sempre la stessa faccia
La sorte che sorride, poi si volta e affila l'ascia
Ma i brividi li tenevo per me
Non c'eri neanche tu e se c'eri
Eri di certo la più fragile
La strada cambia un uomo
Se un uomo cambia strada
Ma io sono rimasto a costruirmi questa casa
C'era un letto, in una stanza vuota
Piena di sale, gocce di sentimenti
E le lucciole volavano sui marciapiedi
Qualche strada più in là
Napoli suonava dalle macchine
Ed io scrivevo dentro un libro dalle mille facce
Ma i brividi li tenevo per me
Non c'eri neanche tu e se c'eri
Eri di certo la più fragile
La strada cambia un uomo
Se un uomo cambia strada
Ma io sono rimasto a costruirmi questa casa
Che chiamo corpo
Che chiamo carne, chiamo ossa
Chiamo specchio e chiama qualche amico
Per cui ho già dato tutto
E niente in cambio ho avuto
Cinque anni, cinque inverni sopra un treno
E le mattine di caffè, di tramontana in mezzo al traffico
Ed uno stomaco che ha visto fiumi interi di incoscienza
A fare i conti con me stesso, a fare i conti con la vita
Con la realtà, con la finzione
Con il tempo, coi teatri
Con la gente e le sue maschere
Finché non ne ho indossata una anch'io
Per cui ho provato a darti tanto
E ho perso tutto ciò ch'è mio
Ma i brividi li tenevo per me
Non c'eri neanche tu e se c'eri
Eri di certo la più fragile
La strada cambia un uomo
Se un uomo cambia strada
Ma io sono rimasto a costruirmi questa casa
Domani arriverà, per l'ultima volta
Ed io credo ormai di essere me stesso
Ma cosa importa?
Di là dal tavolino sempre la stessa faccia
La sorte che sorride, poi si volta e affila l'ascia
Ma i brividi li tenevo per me
Non c'eri neanche tu e se c'eri
Eri di certo la più fragile
La strada cambia un uomo
Se un uomo cambia strada
Ma io sono rimasto a costruirmi questa casa
Credits
Writer(s): Pasquale Provenzano
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