Bucce di banale

E perdo giorni coi ricordi a raccontare storie
Con il ritmo dei respiri a mo' di narratore
Una boccata d'aria fredda che diventa nebbia
Dentro la mia testa c'è Turner, mare in tempesta
Sempre la stessa voglia di volare altrove
Passano anni come ore, il malumore fa rumore
Maledetta sensazione che qualcosa qui non va
Ma spesso preferisco il non sentire al soffrire e basta
Distillando goccia-goccia il mio veleno
Mi sento sempre strano, straniato, leggero
Forse un alieno, un fantasma, uno scemo
Qualsiasi cosa sia ci credo per davvero

Stare in un concetto non mi è mai venuto bene
Io sto molto meglio se non c'è da capire
E ogni volta che le cinque del mattino si avvicinano
Silenti tra gli spettri volteggiano i rimorsi

Forse è solamente un altro giorno come un altro
Dondolo la testa e non so il perché
Cade la cera giù dalla candela
Aspetto primavera e poi ritorno in me
Forse è solamente un altro giorno come un altro
Dondolo la testa e non so il perché
Cade la cera giù dalla candela
Aspetto primavera e poi ritorno in me

E tutta questa confusione mi sta pure bene
Me ne convinco, un po' ci credo, un po' disillusione
Un po' mi aspetto qualcos'altro che mi porti via
Fuggo nel candore di una nube, di una poesia
Sono una stanza troppo buia per guardarci dentro
Vorrei una torcia per chiarire, per capirci meglio
Che larga parte di me stesso io non la sto comprendendo
Forse non ho molto senso, però presto
Corri insieme a me verso quel punto che non c'è
Vorrei vivere su un albero col Cosimo che è in me
Mentre qui ci resto io che vivo sull'irregolare
Orlo di un addio, sul bordo di un oblio

Che non ha destinazione, che non ha conclusione
E rende liminale ogni giornata e situazione
Che rende tutto ciò che vivo quasi un'illusione
Ma ora che son perso non mi voglio più cercare

Forse è solamente un altro giorno come un altro
Dondolo la testa e non so il perché
Cade la cera giù dalla candela
Aspetto primavera e poi ritorno in me
Forse è solamente un altro giorno come un altro
Dondolo la testa e non so il perché
Cade la cera giù dalla candela
Aspetto primavera e poi ritorno in me

Scopro un senso raro e raffinato
Nell'opera della mia disattenzione



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