Pioverà

Ars è la riprova che sta musica non muore
Ne abuso come droga che mi mutila il cuore
C'è un corvo che mi ha detto che per sempre non ci piove
Ma non è detto che domani io riveda il sole
È la riprova che sta musica non muore
Ne abuso come droga che mi mutila il cuore
C'è un corvo che mi ha detto che per sempre non ci piove
Ma non è detto che domani io riveda il sole

Sono un fottuto kamikaze, sputo brani panzer
Meglio muto che un coglione in studio che fa frasi fatte
Apro un buco ad ogni fake venduto che fa basi scarne
Il magnitudo di me e Sbrasbez smaschera le vostre farse

Trovo la morte che mi aspetta e ispira frasi in parte
E la mia fonte dalla penna dista quasi un parsec
Suda la fronte, la mia testa rischia, vasi e sangue
Imbrattano le ombre dove adesso il mio corpo si infrange

Ci vuole poco e niente a diventare grande
Che la prendi come un gioco mentre ti fai più distante
Da certi avvenimenti che non senti come parte integrante
E che poi ti fanno da vesti durante notti bianche

E mamma piange, guance rosse, braccia stanche
Lei sa bene che vuol dire avere un sogno e metterlo da parte
Che un amore così grande si nutre con sangue e latte
Niente spazio ad altre circostanze o un dolore straziante

Una perdita grande, o una ferita in panne
Segna la strada circostante come su un Atlante
Serve la testa sulle spalle ed essere costante
Non ritrovarsi dentro giri di sostanze, tipo provarne

Tutte le droghe tranne Magari canne
La gente vuole il sangue
Vuole la carne
Sono qui

Per darle
Voglio darle
Devo darle

Sembra di stare su un'amaca
Dondolo, poi gondolo per questa regione iperuranica
Gioco con la mia anima
Mi stringe le mani e sulla fronte poggia la mano di Fatima

Se vedo adesso che cos'è, forse lo tradisco?
Intorno leggo "Dio c'è", dove l'ho già visto?
Esiste? Quindi esiste? È vero, esiste?
E se ammesso sia pur vero fosse triste?

Falso
Falso, falso, falso

Il paradiso esiste suona falso
Anche se mi assiste giuro che io non mi ammazzo
Giuro, per vedere se posso spingermi a tanto
Torturo il mio cervello e il mio corpo fra fino a quando

Non arrivo a uno stato in cui preferisco il collasso
Vediamo cosa dice ad un profano un dio codardo
Un dio che non si cura degli altri e quello che fanno
Di chi poi si tortura, i drammi portano all'affanno

Chi c'ha la pelle dura dopo anni che era affranto
È un'armatura che non può dirsi sia un grande vanto
Dimostra quanto siamo distanti l'uno dall'altro
Di come si odia a morte e non ci sia rimasto tatto

Di come il paradigma sia morto con il più Saggio
Il nostro enigma resta spinta per andare verso l'alto o il basso?



Credits
Writer(s): Biagio Sansevero
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