Un ladro

Conosco un ladro
Con mani corte
Orecchie tese
Ai ritorni inaspettati
Passo leggero
Gesti misurati
Un ginnasta, un professionista
Nato da amplessi
Tra lusso e miseria
Tra valore e clientela
Nelle ore di malgoverno
Nelle anticamere dei baroni
Nelle attese massacranti
Negli sportelli degli uffici
Provocato, violentato
Nella scia di Kawasaki
Nelle ore spese male a cercare di capire
Il perché di troppe cose

E giornali proibiti
E capelli troppo lunghi
Genitori troppo vecchi
Abbonati alla povertà
E preghiere biascicate
E progetti accatastati
Nell'archivio delle speranze
Da burocrati, da uscieri
Da cattolici zelanti
Da intellettuali amari
Da censori, da militari

Derubato fin dall'infanzia
Del diritto alla tenerezza
Del suo mondo di bambino
E dei ruoli di fantasia
Nell'asilo comunale, derubato del sorriso
Nel cortile di un oratorio
Troppo squallido e mortale
Derubato dell'innocenza
Dai guardiani della purezza
Derubato della coscienza

Fatto furbo, invelenito
Dai ladroni, quelli veri
Rispettati, applauditi
Adorati, insospettati
Usurai del bel sorriso
Avvoltoi, abbracciatori
E colombe da rapina
Che si affacciano dal nido
Stropicciandosi le mani
Con parole di giustizia
Di uguaglianza e di pietà

Conosco un ladro
Con mani corte, capelli lunghi
Una Kawasaki
È un esaltato da cronaca nera
Un giorno o l'altro ucciderà



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