La giostra
A volte guardo fuori, fuori e non succede niente
Conto le macchine che accendono i fanali presto
L'inverno, freddo, buio, già dal primo pomeriggio
Io resto lì per tutto il giorno, non mi vesto
A sedici anni dovrei avere avanti tutto
Mille pacchi luccicanti da scartare
Ma cade dentro il dubbio, goccia velenosa
E s'è da subito perduto qualche cosa
Dal primo giorno già ho perduto qualche cosa
Fermo come una giostra con le astronavi in terra
E non si può volare, bisogna camminare
Come una bicicletta con la catena a terra
Ho sulla mensola una foto mia e di mio fratello
Quattro libri e due fumetti senza copertina
Qualche moneta, un po' di fumo dentro la stagnola
E il tesserino del metrò scaduto l'anno prima
Ecco, passa il matto della scala a fianco
Occhiali neri anni '50 e la brillantina
Per arrangiarsi ha messo su un ricovero di cani
Chissà da dove viene, che cosa ha fatto prima
Starà seduto in salotto grande come questo
Con dieci, quindici animali addormentati
È sempre solo ed esce sempre molto presto
Il domatore e i suoi leoni ammaestrati
Fermo come una giostra con le astronavi in terra
E non si può volare, bisogna camminare
Come una bicicletta con la catena a terra
Mio padre aspettava il pullman al mattino
Prima dell'alba, in piedi, solo alla fermata
Mi alzavo, lo vedevo al freddo che tremava
Partiva al buio, sempre al buio ritornava
Che strana vita, solo luce artificiale
Gettoni del caffè, lunghi corridoi da fare
Gli sarà mai girato un dubbio per la testa:
Mollare tutto, lasciare tutto e andare?
Fermo come una giostra con le astronavi in terra
E non si può volare, bisogna camminare
Come una bicicletta con la catena a terra
A sedici anni dovrai avere avanti tutto
Mille carte sopra al tavolo su cui puntare
Ma cresce dentro il dubbio, pianta velenosa
È così presto, ma ho perduto già qualcosa
Guardo fuori e dentro gli occhi non c'è niente
Forse è la nebbia o una strana malattia
Che mi fa ridere appoggiato alla finestra
Che mi fa ridere così
Conto le macchine che accendono i fanali presto
L'inverno, freddo, buio, già dal primo pomeriggio
Io resto lì per tutto il giorno, non mi vesto
A sedici anni dovrei avere avanti tutto
Mille pacchi luccicanti da scartare
Ma cade dentro il dubbio, goccia velenosa
E s'è da subito perduto qualche cosa
Dal primo giorno già ho perduto qualche cosa
Fermo come una giostra con le astronavi in terra
E non si può volare, bisogna camminare
Come una bicicletta con la catena a terra
Ho sulla mensola una foto mia e di mio fratello
Quattro libri e due fumetti senza copertina
Qualche moneta, un po' di fumo dentro la stagnola
E il tesserino del metrò scaduto l'anno prima
Ecco, passa il matto della scala a fianco
Occhiali neri anni '50 e la brillantina
Per arrangiarsi ha messo su un ricovero di cani
Chissà da dove viene, che cosa ha fatto prima
Starà seduto in salotto grande come questo
Con dieci, quindici animali addormentati
È sempre solo ed esce sempre molto presto
Il domatore e i suoi leoni ammaestrati
Fermo come una giostra con le astronavi in terra
E non si può volare, bisogna camminare
Come una bicicletta con la catena a terra
Mio padre aspettava il pullman al mattino
Prima dell'alba, in piedi, solo alla fermata
Mi alzavo, lo vedevo al freddo che tremava
Partiva al buio, sempre al buio ritornava
Che strana vita, solo luce artificiale
Gettoni del caffè, lunghi corridoi da fare
Gli sarà mai girato un dubbio per la testa:
Mollare tutto, lasciare tutto e andare?
Fermo come una giostra con le astronavi in terra
E non si può volare, bisogna camminare
Come una bicicletta con la catena a terra
A sedici anni dovrai avere avanti tutto
Mille carte sopra al tavolo su cui puntare
Ma cresce dentro il dubbio, pianta velenosa
È così presto, ma ho perduto già qualcosa
Guardo fuori e dentro gli occhi non c'è niente
Forse è la nebbia o una strana malattia
Che mi fa ridere appoggiato alla finestra
Che mi fa ridere così
Credits
Writer(s): Luigi De Crescenzo
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