Donne credetemi (Da Publio Ovidio Nasone, ars amandi, libro III)
Donne credetemi io mi vergogno
Di tutto ciò che vi sto per dire
Ma è stata Venere a consigliarmi
Di non temere di farvi arrossire
Sia vostra cura conoscervi bene
Per valutare le situazioni
E in base alla forma del vostro corpo
Sapere scegliere le posizioni
Tu che sei bella rimani supina
Perché il tuo viso lui possa ammirare
Ma se hai le spalle più belle del viso
È chiaro che tu ti devi voltare
Se c'è una ruga che segna il tuo ventre
Devi nasconderla con le tue arti
E con sapiente premeditazione
Dall'altra parte tu devi mostrarti
Tu che hai le gambe così agili e belle
Devi cercare di metterle in vista
E sulle spalle del tuo compagno
Devi appoggiarle vicino alla testa
Tu che sei piccola sali a cavallo
Ma se sei alta non devi mai farlo
Difatti è noto che Ettore mai
Chiese ad Andromaca di cavalcarlo
Se sai di avere belliSsimi i fianchi
Resta in ginocchio sull'orlo del letto
Stenditi invece un po' obliquamente
Se nei tuoi seni non c'è alcun difetto
Non ritenere che sia sconveniente
Sciogliere tutti i tuoi biondi capelli
Tieni presente che sul fianco destro
Potrai passare i momenti più belli
Nemmeno i tripodi del grande Febo
Neanche il famoso cornigero Ammone
Ti san cantare come io faccio
Una così deliziosa canzone
È stata forse la lunga esperienza
Che mi ha aiutato a conoscere un'arte
Fatta di mille nascosti segreti
Potete fidarvene siatene certe
Dovrai cercare che sia per entrambi
Contemporanea la conclusione
E sussurrando parole d'amore
Sarà più dolce la situazione
Anche se sei per natura un po' fredda
Io ti consiglio di fingere un poco
Ma quando fingi non ti tradire
E non scoprire le carte del gioco
Donne credetemi io mi vergogno
Ci sono cose che non so svelare
Ma voglio darvi ancora un consiglio
Poi finalmente potrò terminare
Non spalancate mai le finestre
L'ambiente deve restare un po' oscuro
Ci sono parti del vostro corpo
Che vanno in ombra questo è sicuro
E se alla fine al vostro compagno
Volete chiedere un pegno d'amore
Potete chiederlo ma a condizione
Che il dono sia di nessun valore
E a questo punto giovani amiche
Termina il canto, termina l'estro
Ma ricordatevi di dire sempre
Che è stato Ovidio il vostro maestro
Di tutto ciò che vi sto per dire
Ma è stata Venere a consigliarmi
Di non temere di farvi arrossire
Sia vostra cura conoscervi bene
Per valutare le situazioni
E in base alla forma del vostro corpo
Sapere scegliere le posizioni
Tu che sei bella rimani supina
Perché il tuo viso lui possa ammirare
Ma se hai le spalle più belle del viso
È chiaro che tu ti devi voltare
Se c'è una ruga che segna il tuo ventre
Devi nasconderla con le tue arti
E con sapiente premeditazione
Dall'altra parte tu devi mostrarti
Tu che hai le gambe così agili e belle
Devi cercare di metterle in vista
E sulle spalle del tuo compagno
Devi appoggiarle vicino alla testa
Tu che sei piccola sali a cavallo
Ma se sei alta non devi mai farlo
Difatti è noto che Ettore mai
Chiese ad Andromaca di cavalcarlo
Se sai di avere belliSsimi i fianchi
Resta in ginocchio sull'orlo del letto
Stenditi invece un po' obliquamente
Se nei tuoi seni non c'è alcun difetto
Non ritenere che sia sconveniente
Sciogliere tutti i tuoi biondi capelli
Tieni presente che sul fianco destro
Potrai passare i momenti più belli
Nemmeno i tripodi del grande Febo
Neanche il famoso cornigero Ammone
Ti san cantare come io faccio
Una così deliziosa canzone
È stata forse la lunga esperienza
Che mi ha aiutato a conoscere un'arte
Fatta di mille nascosti segreti
Potete fidarvene siatene certe
Dovrai cercare che sia per entrambi
Contemporanea la conclusione
E sussurrando parole d'amore
Sarà più dolce la situazione
Anche se sei per natura un po' fredda
Io ti consiglio di fingere un poco
Ma quando fingi non ti tradire
E non scoprire le carte del gioco
Donne credetemi io mi vergogno
Ci sono cose che non so svelare
Ma voglio darvi ancora un consiglio
Poi finalmente potrò terminare
Non spalancate mai le finestre
L'ambiente deve restare un po' oscuro
Ci sono parti del vostro corpo
Che vanno in ombra questo è sicuro
E se alla fine al vostro compagno
Volete chiedere un pegno d'amore
Potete chiederlo ma a condizione
Che il dono sia di nessun valore
E a questo punto giovani amiche
Termina il canto, termina l'estro
Ma ricordatevi di dire sempre
Che è stato Ovidio il vostro maestro
Credits
Writer(s): Public Domain
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Other Album Tracks
- Corinna (Da Publio Ovidio Nasone, amores, libro I, elegia V)
- Non sanno (Da Sestio Properzio, libro II, elegia XX)
- Donne credetemi (Da Publio Ovidio Nasone, ars amandi, libro III)
- La pallida morte (Da Quinto Orazio Flacco, ode IV)
- E' inutile piangere (Da Sestio Properzio, elegia XI)
- I magistrati (Da Gaio Tizio, frammenti)
- Il tavolo d'avorio (Da Decimo Giunio Giovenale, satira XI)
- E' già nostro nemico (Da Marco Porcio Catone, i discorsi guerra contro cartagine)
- Dove andate (Da Quinto Orazio Flacco, epodo VII)
- Prova a pensare annibale (Da Decimo Giunio Giovenale, satira X)
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