L'indovino islandese

Cosa resta del mio cuore che si spezza,
tra le ombre che ricoprono il mio viso,
della tua più incontentabile carezza,
tra gli insulti dell'orgoglio
che richiamano il tuo riso?
Lascio il tempi ripiegarsi su se stesso,
dei vent'anni non so ancora fare a meno,
né dell'urlo di vendetta del mio sesso
che riecheggia all'improvviso
nel turgore del mio seno.

E del gesto che mi manca nello specchio
che mi restituisce uguale?
Io non posso indovinare
quale lacrima mi venderai stanotte.

Cosa resta di un'aurora boreale,
dopo il vento che fa a gara col pensiero?
dentro il verde di una stanza di ospedale,
la tua voce allontanata,
la certezza che non c'ero.
Questo mare che mi coglie impreparata,
che mi blocca il passo in ogni direzione,
non indosso il mio sorriso da parata,
lascio a chi ne ha più bisogno
la mia unica finzione.

E del gesto che mi manca nello specchio
che mi restituisce uguale?
Io non posso indovinare
quale lacrima mi venderai stanotte.

E del gesto che mi manca nello specchio
che mi restituisce uguale?
Io non posso indovinare
quale stella mi regalerai stanotte



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