Carlo
Lui è Carlo
Butta lo zaino contro la zampa del banco
Ha lo sguardo fisso e stanco di chi
Maledice ogni secondo per dimenticarlo nel pianto
Ed è perennemente in ritardo
Mamma gli dice che il tempo è oro, ma lui c'ha fatto il callo
A forza di star con loro
Il cuore s'è fatto un pugno, il colore s'è fatto bianco
Ma un ragazzino deve aver calore, non il cuore in letargo
Il fratello Marco dice che i bambini forti non piangono, no
È stupido, mica lo mangiano
Ma vallo a spiegare agli amichetti che l'etichettano
Frocio, lo picchiano, sputano e lui che incassa nell'angolo
Urla, sbatte porte, per sembrare meno debole, Sì mai più forte
Fino a che i timpani non sopportano più i decibel
Da vittima a carnefice
Carlo lo è stato più volte
Stringi forte i denti
Uno schiaffo sì può farti male, è fuor dubbio
Ma non lede i sentimenti
Di chi ad amicizie di cartone preferirebbe un pugno
Ma passerà
Il vento freddo sul cemento di questa città è ormai lontano
Non porta con sé l'alone di quella prigione
Né l'odore di chi non ha mai teso una mano
Sin da bambino si sentiva una zavorra sopra alle salite
Una corda di violino che morde l'intestino altro che mani amiche
Vorrebbe essere felice ma non gli si addice
Raccoglie crisantemi quando pianta margherite
Lui è calmo, almeno d'aspetto, in fondo bolle dentro
Aspetta in fondo al bus la fermata
Pensa finirà sto autunno
Settembre è lungo: le foglie fanno da contorno ad un'altra giornata
A casa, abbandona libri e quaderni sul pavimento
Ruba due Pallmall dal cassetto del fratello
Corre in camera e affoga i polmoni dentro al letto
Che brucino coi sogni dentro al cassonetto
E ch'è successo? testa al cesso: si odia più di quanto s'aspettasse
Dumbo, pachiderma, ciccione demmerda, "fanculo
Da domani digiuno" come se gliene importasse
"Se crepo faccio un favore a qualcuno"
Bah, balbetta
Rincorre i pensieri, vagano in fretta e il mondo non lo aspetta mica
Ma quali amici, piuttosto camperebbe senza vita
Ma che sociopatia? è sopravvivenza... e grida
Stringi forte i denti
Uno schiaffo sì può farti male, è fuor dubbio
Ma non lede i sentimenti
Di chi ad amicizie di cartone preferirebbe un pugno
Ma passerà
Il vento freddo sul cemento di questa città è ormai lontano
Non porta con sé l'alone di quella prigione
Né l'odore di chi non ha mai teso una mano
Butta lo zaino contro la zampa del banco
Ha lo sguardo fisso e stanco di chi
Maledice ogni secondo per dimenticarlo nel pianto
Ed è perennemente in ritardo
Mamma gli dice che il tempo è oro, ma lui c'ha fatto il callo
A forza di star con loro
Il cuore s'è fatto un pugno, il colore s'è fatto bianco
Ma un ragazzino deve aver calore, non il cuore in letargo
Il fratello Marco dice che i bambini forti non piangono, no
È stupido, mica lo mangiano
Ma vallo a spiegare agli amichetti che l'etichettano
Frocio, lo picchiano, sputano e lui che incassa nell'angolo
Urla, sbatte porte, per sembrare meno debole, Sì mai più forte
Fino a che i timpani non sopportano più i decibel
Da vittima a carnefice
Carlo lo è stato più volte
Stringi forte i denti
Uno schiaffo sì può farti male, è fuor dubbio
Ma non lede i sentimenti
Di chi ad amicizie di cartone preferirebbe un pugno
Ma passerà
Il vento freddo sul cemento di questa città è ormai lontano
Non porta con sé l'alone di quella prigione
Né l'odore di chi non ha mai teso una mano
Sin da bambino si sentiva una zavorra sopra alle salite
Una corda di violino che morde l'intestino altro che mani amiche
Vorrebbe essere felice ma non gli si addice
Raccoglie crisantemi quando pianta margherite
Lui è calmo, almeno d'aspetto, in fondo bolle dentro
Aspetta in fondo al bus la fermata
Pensa finirà sto autunno
Settembre è lungo: le foglie fanno da contorno ad un'altra giornata
A casa, abbandona libri e quaderni sul pavimento
Ruba due Pallmall dal cassetto del fratello
Corre in camera e affoga i polmoni dentro al letto
Che brucino coi sogni dentro al cassonetto
E ch'è successo? testa al cesso: si odia più di quanto s'aspettasse
Dumbo, pachiderma, ciccione demmerda, "fanculo
Da domani digiuno" come se gliene importasse
"Se crepo faccio un favore a qualcuno"
Bah, balbetta
Rincorre i pensieri, vagano in fretta e il mondo non lo aspetta mica
Ma quali amici, piuttosto camperebbe senza vita
Ma che sociopatia? è sopravvivenza... e grida
Stringi forte i denti
Uno schiaffo sì può farti male, è fuor dubbio
Ma non lede i sentimenti
Di chi ad amicizie di cartone preferirebbe un pugno
Ma passerà
Il vento freddo sul cemento di questa città è ormai lontano
Non porta con sé l'alone di quella prigione
Né l'odore di chi non ha mai teso una mano
Credits
Writer(s): Dozza
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