Uomo di vetro

Vorrei parlarti d'amico vorrei spiegarti il motivo
Vorrei seguire il flusso della mia vita in modo istintivo
Indossavo un'armatura mi è rimasta
La cotta di maglia perché imparando si sbaglia e sbagliando si raglia
Ricordo un pomeriggio sotto un acquazzone atroce in cerca di
Un rifugio dentro a una chiesa senza la croce
Parlavo Sottovoce e lacrimando pensavo che fosse
Il punto più basso che avessi toccato con mano
Quanto vale il talento di Un uomo chiuso
In una fabbrica se sopravvive congelando e vomitando in macchina
Beccavo Carlo in pausa pranzo al parco Labia
Sfamando quei fottuti cigni, desideravo l'Arabia
Mi aspettava a Lecce Claudia io volevo scomparire
Non ricordo Manco quante volte volessi morire
Scrivevo lettere a Mario mio padre quante liti
Non capivo che l'amore supera gli attriti, di notte
Resto sveglio e sfoglio tutti i capitoli, non comprendi il potere degli incubi se non ci scivoli
I miei demoni scritti nei polpastrelli coi calli, suonavo il basso ed ero uno smargiasso
Adesso tu mi canti e balli
Guardami nel sonno, paralizzato in coma
Sono come un fiore morto che ha perduto anche il suo aroma
Guardami ti prego fisso dentro la pupilla
Sono a secco di speranza e clorofilla, il sangue mi zampilla
Sono fragile e incazzato una contraddizione astratta
Perché è facile spezzarsi con la mossa adatta

Quante cazzo di persone che ho deluso e poi ferito
Che ho ripreso poi tradito, chi mi cerca e chi mi crede un mito
Io non sono un mito, sono beota
Credo ancora
Che possa arricchirsi la mia stanza vuota
Il problema è amare, amiamo troppo o troppo poco che incapaci
Corro nella steppa perseguito dai rapaci
Ho perduto
Ho trovato
Mi hanno pugnalato
Ma il male che ha fatto ormai è dimenticato
Senza il sacrificio siamo l'ombra di noi stessi
Coi complessi più complessi in catalessi e disconnessi
Me lo leggevi
In bocca che ero un povero bifolco, eppure quando tutto è incontrollabile si
Si crea un solco
Ti
Ti pare saggio rinnegare ciò che sei, guardati allo specchio
Ubriaco di Stravecchio
Indeciso sul da farsi e un po' cambiato
Può darsi
Che cazzo fisso i miei rimorsi dissiparsi è la fottuta razza umana siamo errori di gestione
Schiavi senza padrone, babbuini in depressione
Non c'è chiave che sigilli, non c'è una buona azione
Adatta per giustificare la nostra opinione
Complichiamo tutto senza remore o pudore
Indecisi se essere il problema o la soluzione

Sei finito in coma per non svegliarti mai?
Dimmelo, ammettilo presto che non ritornerai
Questa febbre svelerà ogni mio segreto
Coltivo la mia mente perché
Sono l'uomo di vetro



Credits
Writer(s): Giancarlo Sitta
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