Penelope

"Avere un posto dove tornare
È una gran cosa di questi tempi" lei mi disse
E aggiunse lanciandomi le chiavi
"Mi chiedo se scamperemo a questa Apocalisse"
Io sorrisi senza dire niente
E dopo essermi dato un'aggiustata allo specchio
Me ne andai
Notando che la donna
Fumava e tremava
Tremava parecchio

Erano anni di parole
Che rendevano l'aria pesante
Erano anni di esplosioni
Che disegnavano un orizzonte fumante
Erano notti in cui cercare
Una rotta senza Stella Polare
Giorni in cui viaggiavo incosciente
Dentro e fuori il Raccordo Anulare

Io avevo occhi soltanto
Per questa ragazza fredda come Norvegia
Una ragazza che mi aveva stregato
Con un bacio al sapor di metallo e ciliegia
Una ragazza caricatore
Con magliette attillate e idee stravaganti
Una ragazza dai capelli lisci
E sguardo liquirizia
Un po' piatta davanti
Una ragazza che sdraiata sul prato
Divertita dal mio respiro sfinito
Mi diceva sussurrando nel vento di aprile
"Quello che faranno di noi
Non è una bella cosa lo sai."

"Avere un posto dove andare
È una gran cosa di questi tempi" lei mi disse
E aggiunse sporgendosi dal finestrino
"Stavolta è Penelope che saluta Ulisse"
Il seguito fu un'autostrada
Di giorni e silenzi che scorreva infinita
E di lei rimase solo un sorriso di carta
Su una foto via via più sbiadita

Così io imparai a navigare da solo tra i Lotofagi
E a sopportarne le pene
Guardai Minerva con gli occhi negli occhi
Lacrimando mentre intorno cantavano sirene
E alla fine di un naufragio rovinoso
Finalmente a San Lorenzo la rividi passare
La inseguii travestito da imbianchino e aspettai
Che si affacciasse per poterle parlare
Solo il cane mi riconobbe da lontano
Io gli feci cenno con la mano
Poi lo vidi sedersi ad abbaiare alla luna
Chiusi il cancello
Schioccai le dita
E capii che una stagione era finita
Era finita



Credits
Writer(s): Fabrizio Gatti
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