Fondamenti
Determinismo, è questo un vocabolo che al tavolo preferisco
Non capire ancora in quanto non mi definisco
Questo forse è misticismo, misto a nichilismo
Che mostra un'identità mistero il quale compatisco
Le vele spiego quando il mio ego che mai zittisco
In mezzo al pietrisco mi ordina di farlo
E come un tarlo il mio spirito corrode mentre parlo
Ogni ostacolo mangiandone curioso il menisco
Nasco come un uomo già visto
Stavo pensando che mi tange l'esistenza
Tanto quanto il pianto che conquisto
Ora è un concetto su cui insisto
La mente non si contorce ma mi tratta da mefisto, forse non l'assisto
Le lacrime che verso in questa mia ricerca sono specchio
Di mondi lontani, un vecchio cantare di capitani
Incatenati a scogli umani viene scritto da blasfeme mani
Sulla pergamena che anelo parecchio
Uno specchio senza voce riproduce una vita veloce
Centra un sentimento ma non c'entra il suo essere atroce
Cento mattoni di argilla sigillano e vigilano
Sopra la mia origine ed innalzano sopra un villano
Nomi di persona, faccio secessione, prima discussione
In successione trovo ai piedi una firma d'amore
Remo sopra ciò che è ancora liquido
Qui dolgo l'assenza di una coscienza che dice "il percorso è ripido"
Erigendomi nuove frontiere scopro dietro all'orizzonte
Sento miserere e scorgo luoghi ignoti al fronte
A volte chiedo al vento chi possa mai oltrepassare
Un invisibile confine tracciato da cupe bare
Torce lontane mostrano una stretta via
Tra rovine decadenti di antiche caverne sacre
Acre l'odore delle fiamme che mia terapia
Aprono la strada in maniera così alacre
Increspature che intuisco scoprono le tessiture
Scovano poi rotolano i gessi in gesti e vestiture
Divincolo e poi vinco le stesse nature
Senza iatture di retorica armonica scopro serrature
Desumere di accompagnare regole e rudere
Rido alla contraddizione, contro ogni ragione
Previsione o distinzione, parti di distribuzione
Chiamata all'azione, ogni reazione saprà deludere
Sorte, fonte di mille domande scomode
Saranno mutate in mura solide e
Il forte, a monte delle mie paure
Sarà rifugio perpetuo oppure sorgente di cure
Salvo, o per lo meno reso più saggio dai dubbi
Corro tra boschi assetati verso sentieri distrutti
Perfida e mia cupa antitesi l'ombra imponente
Dell'oblio dolce e innocente all'ombra di farabutti
Ponti ricostruiti e forza di meteoriti
Come riti di passaggio assaggio polveri e detriti
Ritraggo personaggi triti e ritriti
Nel tentativo di personalizzarmi ma senza limiti
Timido mi sento, intenso questo dissenso
Un senso di pentimento mi pervade deviandone il senso
Propenso ad un mutamento in pieno controsenso
L'incenso che brucio vola aggrumato in un fumo denso
Portami via pensiero in volo sopra questa Terra
In fuga dell'oscurità che ogni mente afferra
Prima o poi, protetto dal tuo sacrilego verbo
Morderò la conoscenza, frutto mai stato acerbo
Gli ingranaggi fanno il calco ai brani, io ne sento i rattoppi
Senza pittura per le mura ne raduno i doppi
Li guardo senza che mi notino e noto sguardi sconvolti
Volti a cercare e certificare i coinvolti
Volando cerco in qualunque momento nacqui
Annacquerò il messaggio che devo recapitare
Se devo decapitare e capitare chiedendo quanto ti piacqui
La mia stessa esistenza è ciò che devo dare
Rimango indispettito, forse ne prendo atto
Divento matto e infatti sciolgo il contratto
Intanto sembra sempre meno uno sbaglio
Ricostruisco il maglio e faccio ritorno al mio sonaglio
Il complicato enigma universale è trappola micidiale
Per chi non si eleva oltre l'animale
Analfabeta funzionale, perso nell'animare
Pensieri perversi frutto di un'egemonia parziale
Io mi eleverò, perché rifuggo questo destino da schiavo
Inerte in balia dei moti capricciosi e folli
Appartenenti a un universo ignavo
Prenderò da parte il mio cammino
Lo percorrerò finchè non crollo
Crescere ogni momento forse è diventato un vizio
Carpire i segreti più reconditi della realtà
Unica base fondamentale per la verità
Dietro questa fine si cela ogni nuovo inizio
Non capire ancora in quanto non mi definisco
Questo forse è misticismo, misto a nichilismo
Che mostra un'identità mistero il quale compatisco
Le vele spiego quando il mio ego che mai zittisco
In mezzo al pietrisco mi ordina di farlo
E come un tarlo il mio spirito corrode mentre parlo
Ogni ostacolo mangiandone curioso il menisco
Nasco come un uomo già visto
Stavo pensando che mi tange l'esistenza
Tanto quanto il pianto che conquisto
Ora è un concetto su cui insisto
La mente non si contorce ma mi tratta da mefisto, forse non l'assisto
Le lacrime che verso in questa mia ricerca sono specchio
Di mondi lontani, un vecchio cantare di capitani
Incatenati a scogli umani viene scritto da blasfeme mani
Sulla pergamena che anelo parecchio
Uno specchio senza voce riproduce una vita veloce
Centra un sentimento ma non c'entra il suo essere atroce
Cento mattoni di argilla sigillano e vigilano
Sopra la mia origine ed innalzano sopra un villano
Nomi di persona, faccio secessione, prima discussione
In successione trovo ai piedi una firma d'amore
Remo sopra ciò che è ancora liquido
Qui dolgo l'assenza di una coscienza che dice "il percorso è ripido"
Erigendomi nuove frontiere scopro dietro all'orizzonte
Sento miserere e scorgo luoghi ignoti al fronte
A volte chiedo al vento chi possa mai oltrepassare
Un invisibile confine tracciato da cupe bare
Torce lontane mostrano una stretta via
Tra rovine decadenti di antiche caverne sacre
Acre l'odore delle fiamme che mia terapia
Aprono la strada in maniera così alacre
Increspature che intuisco scoprono le tessiture
Scovano poi rotolano i gessi in gesti e vestiture
Divincolo e poi vinco le stesse nature
Senza iatture di retorica armonica scopro serrature
Desumere di accompagnare regole e rudere
Rido alla contraddizione, contro ogni ragione
Previsione o distinzione, parti di distribuzione
Chiamata all'azione, ogni reazione saprà deludere
Sorte, fonte di mille domande scomode
Saranno mutate in mura solide e
Il forte, a monte delle mie paure
Sarà rifugio perpetuo oppure sorgente di cure
Salvo, o per lo meno reso più saggio dai dubbi
Corro tra boschi assetati verso sentieri distrutti
Perfida e mia cupa antitesi l'ombra imponente
Dell'oblio dolce e innocente all'ombra di farabutti
Ponti ricostruiti e forza di meteoriti
Come riti di passaggio assaggio polveri e detriti
Ritraggo personaggi triti e ritriti
Nel tentativo di personalizzarmi ma senza limiti
Timido mi sento, intenso questo dissenso
Un senso di pentimento mi pervade deviandone il senso
Propenso ad un mutamento in pieno controsenso
L'incenso che brucio vola aggrumato in un fumo denso
Portami via pensiero in volo sopra questa Terra
In fuga dell'oscurità che ogni mente afferra
Prima o poi, protetto dal tuo sacrilego verbo
Morderò la conoscenza, frutto mai stato acerbo
Gli ingranaggi fanno il calco ai brani, io ne sento i rattoppi
Senza pittura per le mura ne raduno i doppi
Li guardo senza che mi notino e noto sguardi sconvolti
Volti a cercare e certificare i coinvolti
Volando cerco in qualunque momento nacqui
Annacquerò il messaggio che devo recapitare
Se devo decapitare e capitare chiedendo quanto ti piacqui
La mia stessa esistenza è ciò che devo dare
Rimango indispettito, forse ne prendo atto
Divento matto e infatti sciolgo il contratto
Intanto sembra sempre meno uno sbaglio
Ricostruisco il maglio e faccio ritorno al mio sonaglio
Il complicato enigma universale è trappola micidiale
Per chi non si eleva oltre l'animale
Analfabeta funzionale, perso nell'animare
Pensieri perversi frutto di un'egemonia parziale
Io mi eleverò, perché rifuggo questo destino da schiavo
Inerte in balia dei moti capricciosi e folli
Appartenenti a un universo ignavo
Prenderò da parte il mio cammino
Lo percorrerò finchè non crollo
Crescere ogni momento forse è diventato un vizio
Carpire i segreti più reconditi della realtà
Unica base fondamentale per la verità
Dietro questa fine si cela ogni nuovo inizio
Credits
Writer(s): Alessandro Berti, Anthony Gatto
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