Lache

Tra poco poco tocco i diciotto
Ma non so' ancora uomo, so' pargolo dentro
E all'esterno so' altrettanto acerbo e scoperto
Un po' come l'opposto, sì, del mio talento
E non posso far fronte ad un mondo di lotte
E di vermi e diverbi, di certo
Per questo mi perdo in un mondo
Di versi e di verbi, che almeno lì c'entro (Sto)
Sto semisveglio in un nido di affetto
Difende dal freddo l'amore di mamma
Prometto, ricambierò il debito
Ti terrò stretta e se fossi distante
Ad un pezzo di te darò posto all'interno di me
Insieme a тато starai là, più calma
Sarai la mia calma, se mai sarò perso ti cercherò
E terrò la mano, poi tornerò a casa
Poi se mi sveglio e-
Poi se mi sveglio del tutto
Tremo, vedo un cielo scuro e denso
Un mondo brutto e orrendo, ostile, buio pesto
Impervio, tutto è perso
Poi fremo un tormento colpito da un tremito orribile
Perdo equilibrio
Descrivere il mondo mi è un gioco, ma non ci so vivere
(Woah)

Cado da sopra, giù, il caldo non soffia più
Calco un'impronta toccando sto suolo
Giurando un accordo, a ogni canto, ogni strofa
Giocando la sorte: non cambio chi sono
Anche se ho un cappio al mio collo
Ed il caldo mi accolla una collera
Il capo mio coordina il corpo che coopera poco
Ma corre, ché correva e correrà (Rrah)
E ripartirò da sotto, da giù
Toccando i diciotto, negando Camus
Mi sveglierò insetto, ricondotto a Kafka
Che accetterò inetto la morte di K.?
Non voglio, ho paura, ho paura
Il mio mondo è una buca, una cava, un ossario che frana
Un sicario si affama, ci giungerò solo
Vorrò dare amore e dirò "но кому?" (Ta-)
Taglio un polso nel silenzio abissale
Sperando che il sangue mi riesca a abbracciare
Aspettando il riflesso che mi esca a fissare
Col volto più pallido e meno vitale
Riposo il mio corpo ferito, mi assesto in sopore e sorrido
Aggrappandomi in sogno al calore che resta all'amore esaurito



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