Il re dei mendicanti

Narravano una volta
Fra gente arguta e colta
La storia di una reggia
Sontuosa ma raccolta

Fra i tanti cortigiani
Che sorseggiavan te
Ve n'erano anche buoni
Nell'entourage del re

La storia era un assaggio
Di indomito coraggio
Da parte di un topino
Di nobile lignaggio

Che al vile re leone
A corte, disse: "Ohibò!
Lei, sire, è un mascalzone
E per questo me ne andrò"

Perché bastava poco
Al prode Messer Topo
Per vivere la vita
Come se fosse un gioco

E dunque erano in tanti
A chiedersi perché
Perché quei mendicanti
L'avean chiamato re

E allora il topolino
Nel suo vagabondare
Incorse in un gran rospo
Col sogno di cantare

Per allietare tanti
Ed essere d'aiuto
Coi versi dei suoi canti
Col suono del suo liuto

E il nobile messere
Di coda e baffi armato
Gli chiese, per piacere
Di unirsi al suo casato

Che certo, era minuto
E vestito di un cappello
Ma mai aveva avuto
Un amico menestrello

Perché bastava poco
Al prode Messer Topo
Per vivere la vita
Come se fosse un gioco

E dunque erano in tanti
A chiedersi perché
Perché quei mendicanti
L'avean chiamato re

Così l'allegra coppia
Dall'animo sincero
Il bardo e il cavaliere
Due cuori ed un sentiero

Notarono che in alto
Due merli variopinti
Prendevano paesaggi
Per farne dei dipinti

Volatili gemelli
Perenni nel litigio
Sul tipo di pennelli
Le varietà di grigio

Che quando poi udirono
Il canto e la risata
Con sobrietà si unirono
All'umile brigata

Perché bastava poco
Al prode Messer Topo
Per vivere la vita
Come se fosse un gioco

E dunque erano in tanti
A chiedersi perché
Perché quei mendicanti
L'avean chiamato re

E lanciava tre mirtilli
Un riccio giocoliere
Usando anche gli spilli
Per non farli cadere

Ma è lui che da uno spago
Sospeso sopra il vuoto
Rischiava di piombare
Sul pubblico devoto

Ma ecco che compare
Un topo che raccoglie
E inizia a raggruppare
Un cumulo di foglie

Il riccio vien salvato
Da tal velocità
E ancora rintronato
Gli giura fedeltà

Perché bastava poco
Al prode Messer Topo
Per vivere la vita
Come se fosse un gioco

E dunque erano in tanti
A chiedersi perché
Perché quei mendicanti
L'avean chiamato re

E mai vi furon canti
D'un regno più sereno
Che aveva come monti
Dei cumuli di fieno

Da quando in quel granaio
Fu incoronato un re
Fra i secchi del lattaio
E i sacchi di caffè

E andate tutti quanti
A spargere la voce
Dalla chiocciola più lenta
Alla lepre più veloce

Che il mondo è molto strano
Ma la speranza c'è
Se anche un topolino
Può diventare re

Che il mondo è molto strano
Ma la speranza c'è
Se anche un topolino
Può diventare re

Se anche un topolino
Può diventare re



Credits
Writer(s): Carlo Reinotti
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