Nevrosi

È un po' che c'è un naso che ti insegue, ha gambe e braccia come te.
A volte si arriccia e starnutisce e si capisce che c'è.
Ti chiedi se i soldi fanno odore e hai il timore di sì;
non osi intralciare la nevrosi da tasca posteriore dei jeans.

Marciapiede, buio, palladiana, guida per i ciechi d'ottone, odore di wc.
Scarpe di tela slacciate, cappotto di panno bucato, rumore di attimi.
E il naso è ancora lì.

Magari è uno che conosci ma non ricordi chi sia:
calcetto, collega di tuo padre o un compagno di biologia.

"allora eri tu, non ne ero sicuro" io non mi ricordo chi minchia è questo qui.
"che fai?" "io studio" sì bravo stai vago,
nel temporeggiare sei il mago Houdini.
Ma il naso è ancora lì.

Sarà un maniaco possessivo, un assassino e addio.
Sarà il tuo passato scarcerato, rumor di freddo stantio.

Qualcosa ti stringe la gola ti trascina dentro un portone, tra poco soffochi.
Ti spinge le unghie nel collo, c'è odore di muffa e cantina. Un roco ucciderti.
Ricordi deboli.

Ti allarghi la sciarpa con un dito, ti ha soffocato le idee.
C'è odore di pioggia e di paure, di notti scure e ipogee.

Sanpietrini sbrecciati, aiuola fiorita con merda di cane, lampi di agonia.
Autobloccanti, all star rovinate, cappotto di panno, sciarpa di lana blu.
E il naso non c'è più.



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