Discesa nel blu sole
Solo con il mio respiro
Rammento olfatto e aspiro
Egli chi fra lune e soli trova il nulla che spezza
L'universo in un soffio di brezza
Il vuoto è sua la pienezza
Paradossi impara prepara dosi
Ai collusi cercavate la salvezza? ve ne andrete delusi
Confermo lodo in luogo dal mio destro lobo
Ammorbo forme immonde creatrici di mondi lontani
Velati da manti di mantidi anti poteri
Sorregon pilastri di un senno in degrado
Sì, un senno in degrado
Ma da sveglio più di me la mia ombra è veloce
Infrange più limiti mi aspetta
Ne consegue vittoria feroce
Beato il mio vagar solitario
Insapienza che porta ad ignorar la condizione di preda
Mi scopro inseguire il male ovunque vada
Sento al tatto il nulla, sguardo dotto del cielo ogni impronta
Solo nell'altrui disagio troverai oscuri mari di gioia
Doloroso sapere di essere la causa
Un caso che porta Destino in croce
Pensiero di buio e luce che distruggo alla foce
Oltrepasso oltre la coltre del passo
Passo sopra al punto di sorpasso
Altremanticonsolano il collasso
Evitandoti ancora di espiare nel giorno del tuo grande passo
S'agita la folla decolla su tu voli ti colpisce e finisci giù
Più giù del pesce nel mare
Più giù dello spazio stellare
Sembra non ci sia via d'uscita
Hai la chiave ma la porta è svanita
Bivio del tempo
Incendio di dio
Scompare materia
Al centro l'oblio
Sangue d'età
Seguiterà
Se scorrerà sopra al mio io
Piego superego e rido
Se guido patie ch'erigo
Psicosi così sick siccome incido
In nebulose neppur rosee confido
Terrestre lascia tracce su terre peste struzzo
Io albatro all'alba ma su calcestruzzo
Lui bloccato dal soffitto
Lambda capo alato come Ipno
Custode di porte dell'ade
Accesso negato sul tragitto
Di quelle strade
Sofòs scansa carcasse e carogne
Lo stolto è ingannato da fantasiche menzogne
Ecco la porta la vedi
Prima d'aprirla credi
Prima di berla bevi
È inutile che meni i piedi
Ti dimeni uomo credi ai sacrilegi
E noi occhi bagnati sulla collina dei ciliegi
Scopro essere un essere permeabile
Ma non per me abile
Debole e soggiogabile dal lato perfido
Perché per piacere perdo perfino per poca luce labile
Comprendo quel suo vano darsi da fare
Per dare un senso al suo errare
Ed erra consacrando valori dediti ai timori opprimendo furori
E verrà! tempo empio per costruire spina dorsale
Al fine di generare cranio, si spera, contenente genio
In grado di dare nobile funzione all'arto
Dal canto mio ho dita capaci di corteggiar sillabe
Unendole in androgine forme riconoscibili al labbro
Unica gioia tant'è che l'atto mi rende ebbro
E al termine evacuo morbo
Che prende vita agitando verso di me
Quelle su dita attaccate l'una all'altre per colpa della melmosità
Calcolo e colloco collo caduco a cui conduco a olocausti di nervi
Da cui derivi passivi saperi superbi
Ed effervi quando afferi che vi è controllo
Esprimo pace con voce fallace
E il potere loquace qua giace
Vedo aperto l'accesso nel riflesso dello schermo
Anche il mare in sto momento diventa fermo
Blackout in parlamento e mo va in tilt pure il governo
Appena nato diventa antico pure il tuo moderno
Causo il mio dolore come Orfeo all'inferno
Perché getto quel che amo nell'oblio dell'eterno
Nel buio le anime brillano dall'interno
E ormai perdo la visione dell'esterno
Non si sa dove l'equilibrio abbia il suo perno
Ma cerco il sole vago erro
Se sono in volo solo poi so che atterro
Prima che scappi l'arcobaleno io lo afferro
Cerco suoni non illusioni tra divisioni di cloni
Si apron portoni di verità ma non si sa chi entrerà
Interferenze bloccano e stoppano il passaggio
Nell'ade viaggio con il messaggio ma è un miraggio
Rammento olfatto e aspiro
Egli chi fra lune e soli trova il nulla che spezza
L'universo in un soffio di brezza
Il vuoto è sua la pienezza
Paradossi impara prepara dosi
Ai collusi cercavate la salvezza? ve ne andrete delusi
Confermo lodo in luogo dal mio destro lobo
Ammorbo forme immonde creatrici di mondi lontani
Velati da manti di mantidi anti poteri
Sorregon pilastri di un senno in degrado
Sì, un senno in degrado
Ma da sveglio più di me la mia ombra è veloce
Infrange più limiti mi aspetta
Ne consegue vittoria feroce
Beato il mio vagar solitario
Insapienza che porta ad ignorar la condizione di preda
Mi scopro inseguire il male ovunque vada
Sento al tatto il nulla, sguardo dotto del cielo ogni impronta
Solo nell'altrui disagio troverai oscuri mari di gioia
Doloroso sapere di essere la causa
Un caso che porta Destino in croce
Pensiero di buio e luce che distruggo alla foce
Oltrepasso oltre la coltre del passo
Passo sopra al punto di sorpasso
Altremanticonsolano il collasso
Evitandoti ancora di espiare nel giorno del tuo grande passo
S'agita la folla decolla su tu voli ti colpisce e finisci giù
Più giù del pesce nel mare
Più giù dello spazio stellare
Sembra non ci sia via d'uscita
Hai la chiave ma la porta è svanita
Bivio del tempo
Incendio di dio
Scompare materia
Al centro l'oblio
Sangue d'età
Seguiterà
Se scorrerà sopra al mio io
Piego superego e rido
Se guido patie ch'erigo
Psicosi così sick siccome incido
In nebulose neppur rosee confido
Terrestre lascia tracce su terre peste struzzo
Io albatro all'alba ma su calcestruzzo
Lui bloccato dal soffitto
Lambda capo alato come Ipno
Custode di porte dell'ade
Accesso negato sul tragitto
Di quelle strade
Sofòs scansa carcasse e carogne
Lo stolto è ingannato da fantasiche menzogne
Ecco la porta la vedi
Prima d'aprirla credi
Prima di berla bevi
È inutile che meni i piedi
Ti dimeni uomo credi ai sacrilegi
E noi occhi bagnati sulla collina dei ciliegi
Scopro essere un essere permeabile
Ma non per me abile
Debole e soggiogabile dal lato perfido
Perché per piacere perdo perfino per poca luce labile
Comprendo quel suo vano darsi da fare
Per dare un senso al suo errare
Ed erra consacrando valori dediti ai timori opprimendo furori
E verrà! tempo empio per costruire spina dorsale
Al fine di generare cranio, si spera, contenente genio
In grado di dare nobile funzione all'arto
Dal canto mio ho dita capaci di corteggiar sillabe
Unendole in androgine forme riconoscibili al labbro
Unica gioia tant'è che l'atto mi rende ebbro
E al termine evacuo morbo
Che prende vita agitando verso di me
Quelle su dita attaccate l'una all'altre per colpa della melmosità
Calcolo e colloco collo caduco a cui conduco a olocausti di nervi
Da cui derivi passivi saperi superbi
Ed effervi quando afferi che vi è controllo
Esprimo pace con voce fallace
E il potere loquace qua giace
Vedo aperto l'accesso nel riflesso dello schermo
Anche il mare in sto momento diventa fermo
Blackout in parlamento e mo va in tilt pure il governo
Appena nato diventa antico pure il tuo moderno
Causo il mio dolore come Orfeo all'inferno
Perché getto quel che amo nell'oblio dell'eterno
Nel buio le anime brillano dall'interno
E ormai perdo la visione dell'esterno
Non si sa dove l'equilibrio abbia il suo perno
Ma cerco il sole vago erro
Se sono in volo solo poi so che atterro
Prima che scappi l'arcobaleno io lo afferro
Cerco suoni non illusioni tra divisioni di cloni
Si apron portoni di verità ma non si sa chi entrerà
Interferenze bloccano e stoppano il passaggio
Nell'ade viaggio con il messaggio ma è un miraggio
Credits
Writer(s): Nicola Roberto Bichisao
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