STAVO CON I MIEI
Si dice usi e costumi perché devi mascherarti
Anche se fai il robot possono hackerarti
Bastano quattro chiacchere, una donna od un compare
E valgono tre volte quella droga che ti piace
Ma te hai messo davanti quella lucida follia
Quando era tutto falso meno che la compagnia
Il male che t'ha fatto so che ormai non va più via
E mo' anche la tua ombra la vedi come un'arpia
Ora sei rassegnato, assegnato a un lavoro onesto
Bere è la tua tattica, prima era il pretesto
La tua libertà sta in un tunnel troppo stretto
Nel viaggio che fai in macchina da lavoro a casa
E penso
Se volevi questo, fra', non c'hai capito un cazzo
Forse tantomeno io che ti volevo affianco
Farsi false promesse per estenderle anche agli altri
Non te ne faccio colpa ma è normale non fidarmi
La tua contraddizione sta bene in una canzone
Visto che ti sei spento, fra', l'ho scritta io per te
E la compartizione della tua maledizione
Prima era condivisa, mo' ognuna per sé
Ognuno per sé perché il gusto del nostalgico
Svuota sti bicchieri meglio del nostro rigurgito
Antisociale a dissociare noi dal mondo esterno
E devo spaccarmi ogni sabato che esco
Si ma quello è perché penso a come poteva andare
Invece come al solito, ecco, tutto a puttane
Dimmi com'è possibile che non riesci a distinguere
Ancora chi sa fingere, forse ti sa convincere
Ma vincere in sto gioco a te non interessa
A te interessa perdere, a me ora lasciar perdere
Perché cosa può vertere in sta città morta
Distruggiti le vertebre fino ad un mucchio d'ossa
Per questo prendo e parto non appena l'occasione
M'arriva seriamente, non parlo di una stagione
Io non rinnego niente, non cancellerò le foto
Ci ricorderemo sempre nella sbornia il giorno dopo
Dentro un bicchiere vuoto, dentro la solitudine
Che ci attraversa l'iride tra le comparse insipide
Saluti di sfuggita, caduti da una cima
Di ricordi marmorei dentro un mondo in gelatina
La china che tacchina dalla sera alla mattina
Ti mette dentro un buco, come la ketamina
Ma almeno l'espressione ti offre la redenzione
Tu ci sputi sugli spunti, si direbbe RAPressione
Si, ma io mi chiedo se capite
Le serate storte erano come calamite
Se il passato va scordato per avere calma mite
Storia di chi ci ha provato, fino alla gastrite
Anche se fai il robot possono hackerarti
Bastano quattro chiacchere, una donna od un compare
E valgono tre volte quella droga che ti piace
Ma te hai messo davanti quella lucida follia
Quando era tutto falso meno che la compagnia
Il male che t'ha fatto so che ormai non va più via
E mo' anche la tua ombra la vedi come un'arpia
Ora sei rassegnato, assegnato a un lavoro onesto
Bere è la tua tattica, prima era il pretesto
La tua libertà sta in un tunnel troppo stretto
Nel viaggio che fai in macchina da lavoro a casa
E penso
Se volevi questo, fra', non c'hai capito un cazzo
Forse tantomeno io che ti volevo affianco
Farsi false promesse per estenderle anche agli altri
Non te ne faccio colpa ma è normale non fidarmi
La tua contraddizione sta bene in una canzone
Visto che ti sei spento, fra', l'ho scritta io per te
E la compartizione della tua maledizione
Prima era condivisa, mo' ognuna per sé
Ognuno per sé perché il gusto del nostalgico
Svuota sti bicchieri meglio del nostro rigurgito
Antisociale a dissociare noi dal mondo esterno
E devo spaccarmi ogni sabato che esco
Si ma quello è perché penso a come poteva andare
Invece come al solito, ecco, tutto a puttane
Dimmi com'è possibile che non riesci a distinguere
Ancora chi sa fingere, forse ti sa convincere
Ma vincere in sto gioco a te non interessa
A te interessa perdere, a me ora lasciar perdere
Perché cosa può vertere in sta città morta
Distruggiti le vertebre fino ad un mucchio d'ossa
Per questo prendo e parto non appena l'occasione
M'arriva seriamente, non parlo di una stagione
Io non rinnego niente, non cancellerò le foto
Ci ricorderemo sempre nella sbornia il giorno dopo
Dentro un bicchiere vuoto, dentro la solitudine
Che ci attraversa l'iride tra le comparse insipide
Saluti di sfuggita, caduti da una cima
Di ricordi marmorei dentro un mondo in gelatina
La china che tacchina dalla sera alla mattina
Ti mette dentro un buco, come la ketamina
Ma almeno l'espressione ti offre la redenzione
Tu ci sputi sugli spunti, si direbbe RAPressione
Si, ma io mi chiedo se capite
Le serate storte erano come calamite
Se il passato va scordato per avere calma mite
Storia di chi ci ha provato, fino alla gastrite
Credits
Writer(s): Gabriele Del Bianco
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