I NOTTAMBULI
Io c'ho troppa fame quindi rappo in modo tale
Che una scossa possa dare
Sto in difetto col morale
So che andrò a pagare
Il mio diletto a sprofondare
Mo' che il cielo droppa rane
Penso che non so volare
Dentro un mondo marcio manco starsi a scomodare
Pensi a profanare non a quale scopo dare
Sto col male al focolare, sembra consolare
Mi tiene ad un gancio un patto atto a concordare
Da una popolare fino ad un monolocale
Con il nulla a contornare, i miei col dramma coniugale
Coniugare difetti è una turba che può tornare
Relazioni oggetti, si tratta solo chi usare
Zara o Fendi cambia poco
Zero affetti, un dramma vuoto
Zero a cento in cento modi
Fendi e offendi e cambia il gioco
E gioco, gioco
Senza niente da perdere
Sesto senso da rendere
Apparente alla Ermete
Io sto nelle tenebre, Seroquel, Malibu
Forse quelle remore le meritavi tu
Senti tra le vertebre vertere una tv
Mietere ste pecore prese per caribù
E se non mi chiami più è perché sto bene solo
Perché sto bene al suolo, finché non viene il sole
La mia sofferenza che diventa poi paura
La paura serba l'odio ma per l'odio non c'è cura
L'amore lo cura no dirlo è una locura
Un albatro vola sopra un circo in questi anni
Con la piumatura che diventa più matura
Ma il baratro ora è stare zitto via dagli altri
Tutta sta finzione si basa sull'illusione
Che tu possa esser qualcuno dentro a un prossimo futuro
Ma per fare questo poi dimentichi te stesso
Parli con il tuo riflesso, lui risponde e sei perplesso
Ma che cazzo?! dai, ma che cazzo fai?
Su di me ho scommesso ma ho perso come alla Snai
Forse il meccanismo è lo stesso ma non lo sai
Forse è se fallisco che libero il mio cervello
È il gioco del mai, c'è l'inchiostro anzi che l'alcool
C'è il mio mostro anzi che un altro stronzo a cui non frega un cazzo
Ma tanto non parlo, l'altro stronzo sono io
In testa ho tipo un dondolio, fra un fracasso e un mormorio
Grondo bio quando scrivo, nell'oblio, stando schivo
È di mio, non mi fido, semidio, se mi dico che
Tutto questo serve nel server, qua c'è un domani
Come Neo, l'eletto, a letto in depre dentro al Matrix
È sempre lo stesso giorno, si sente che penso molto
Al senso di questo mondo se resto allo stesso posto
Sto senza catene in una stanza senza porte
Sto quartiere certe sere sembra tratto da Edward Hopper
Che una scossa possa dare
Sto in difetto col morale
So che andrò a pagare
Il mio diletto a sprofondare
Mo' che il cielo droppa rane
Penso che non so volare
Dentro un mondo marcio manco starsi a scomodare
Pensi a profanare non a quale scopo dare
Sto col male al focolare, sembra consolare
Mi tiene ad un gancio un patto atto a concordare
Da una popolare fino ad un monolocale
Con il nulla a contornare, i miei col dramma coniugale
Coniugare difetti è una turba che può tornare
Relazioni oggetti, si tratta solo chi usare
Zara o Fendi cambia poco
Zero affetti, un dramma vuoto
Zero a cento in cento modi
Fendi e offendi e cambia il gioco
E gioco, gioco
Senza niente da perdere
Sesto senso da rendere
Apparente alla Ermete
Io sto nelle tenebre, Seroquel, Malibu
Forse quelle remore le meritavi tu
Senti tra le vertebre vertere una tv
Mietere ste pecore prese per caribù
E se non mi chiami più è perché sto bene solo
Perché sto bene al suolo, finché non viene il sole
La mia sofferenza che diventa poi paura
La paura serba l'odio ma per l'odio non c'è cura
L'amore lo cura no dirlo è una locura
Un albatro vola sopra un circo in questi anni
Con la piumatura che diventa più matura
Ma il baratro ora è stare zitto via dagli altri
Tutta sta finzione si basa sull'illusione
Che tu possa esser qualcuno dentro a un prossimo futuro
Ma per fare questo poi dimentichi te stesso
Parli con il tuo riflesso, lui risponde e sei perplesso
Ma che cazzo?! dai, ma che cazzo fai?
Su di me ho scommesso ma ho perso come alla Snai
Forse il meccanismo è lo stesso ma non lo sai
Forse è se fallisco che libero il mio cervello
È il gioco del mai, c'è l'inchiostro anzi che l'alcool
C'è il mio mostro anzi che un altro stronzo a cui non frega un cazzo
Ma tanto non parlo, l'altro stronzo sono io
In testa ho tipo un dondolio, fra un fracasso e un mormorio
Grondo bio quando scrivo, nell'oblio, stando schivo
È di mio, non mi fido, semidio, se mi dico che
Tutto questo serve nel server, qua c'è un domani
Come Neo, l'eletto, a letto in depre dentro al Matrix
È sempre lo stesso giorno, si sente che penso molto
Al senso di questo mondo se resto allo stesso posto
Sto senza catene in una stanza senza porte
Sto quartiere certe sere sembra tratto da Edward Hopper
Credits
Writer(s): Gabriele Del Bianco
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