Cilento
Un rintocco assurdo di campana
Penetra nel fumo dei camini
Che si ergono nel tempo, testimoni
Di un'alba già trascorsa, ormai lontana
È vespero ed il sole occhieggia appena
Sull'orto e sulla fronte a Maddalena
E lontano il raglio di un somaro
Che Cristo cavalcò millenni addietro
Ripete che da Eboli è scappato
Perché non gli riusciva a fare il baro
Offre più la groppa al contadino
Che la comparsa a quel Gesù Bambino
Ma sulle zolle da regalare
A chi ha saputo dimenticare
Nasce l'ortica dal mio passato
E del paese senza storia
Torno a cantar
Per chi ha vissuto
Solo chimere
Per chi è caduto
Nella fretta di tornar
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
In quale siepe, CILENTO
Nascondi il tuo firmamento
Coltivi il tuo malcontento
Che oggi più non sento
Qui le donne invecchiano anzi tempo
E le rughe fanno da contorno
I calli coltivati sulle attese
Di chi non torna o chi si porta in grembo
Strano connubio sulla piazza corta
Un bimbo, un vecchio ed una gatta morta
E la ginestra fiorisce ancora
Su quelle siepi della malora
Sulle rovine di templi antichi
E nello specchio per le allodole
Torno a cantar
Per il boscaiolo
Per il pastore
E per tutti quelli
Che vorrebbero tornar
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
In quale siepe, CILENTO
Nascondi il tuo firmamento
Coltivi il tuo malcontento
Che oggi più non sento
A pensarci bene è poca cosa
Anche l'onorevole di turno
Torna a villeggiare su quel mare
O sui monti, là, dove riposa
Col suo sudore il contadino stanco
Che ha rifiutato il posto dietro il banco
Ma l'argine dei fiumi ha già strappato
Un lamento a qualche donna muta
Vedova dacché nacque senza dote
Scalza sul sentiero già assolato
Ha già subito stupro ed ora è incinta
Trattiene a lungo ma non fa più finta
E il mio rapporto con questa terra
Si fa violento, rinchiuso in serra
Area depressa, Parco naturale
Nell'abbandono, anche se stono
Torno a cantar
Per gli emigrati
I disoccupati
E per tutti quelli
Che vorrebbero tornar
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
In quale siepe, CILENTO
Nascondi il tuo firmamento
Coltivi il tuo malcontento
Che oggi più non sento
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
In quale siepe, CILENTO
Nascondi il tuo firmamento
Coltivi il tuo malcontento
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
Penetra nel fumo dei camini
Che si ergono nel tempo, testimoni
Di un'alba già trascorsa, ormai lontana
È vespero ed il sole occhieggia appena
Sull'orto e sulla fronte a Maddalena
E lontano il raglio di un somaro
Che Cristo cavalcò millenni addietro
Ripete che da Eboli è scappato
Perché non gli riusciva a fare il baro
Offre più la groppa al contadino
Che la comparsa a quel Gesù Bambino
Ma sulle zolle da regalare
A chi ha saputo dimenticare
Nasce l'ortica dal mio passato
E del paese senza storia
Torno a cantar
Per chi ha vissuto
Solo chimere
Per chi è caduto
Nella fretta di tornar
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
In quale siepe, CILENTO
Nascondi il tuo firmamento
Coltivi il tuo malcontento
Che oggi più non sento
Qui le donne invecchiano anzi tempo
E le rughe fanno da contorno
I calli coltivati sulle attese
Di chi non torna o chi si porta in grembo
Strano connubio sulla piazza corta
Un bimbo, un vecchio ed una gatta morta
E la ginestra fiorisce ancora
Su quelle siepi della malora
Sulle rovine di templi antichi
E nello specchio per le allodole
Torno a cantar
Per il boscaiolo
Per il pastore
E per tutti quelli
Che vorrebbero tornar
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
In quale siepe, CILENTO
Nascondi il tuo firmamento
Coltivi il tuo malcontento
Che oggi più non sento
A pensarci bene è poca cosa
Anche l'onorevole di turno
Torna a villeggiare su quel mare
O sui monti, là, dove riposa
Col suo sudore il contadino stanco
Che ha rifiutato il posto dietro il banco
Ma l'argine dei fiumi ha già strappato
Un lamento a qualche donna muta
Vedova dacché nacque senza dote
Scalza sul sentiero già assolato
Ha già subito stupro ed ora è incinta
Trattiene a lungo ma non fa più finta
E il mio rapporto con questa terra
Si fa violento, rinchiuso in serra
Area depressa, Parco naturale
Nell'abbandono, anche se stono
Torno a cantar
Per gli emigrati
I disoccupati
E per tutti quelli
Che vorrebbero tornar
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
In quale siepe, CILENTO
Nascondi il tuo firmamento
Coltivi il tuo malcontento
Che oggi più non sento
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
In quale siepe, CILENTO
Nascondi il tuo firmamento
Coltivi il tuo malcontento
CILENTO, terra, CILENTO
Son morti più di trecento
Dov'è scomparso il tuo vento
Dov'è finito l'accento
Credits
Writer(s): Giovanni De Vita
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