Il Tradimento del Ronin

"Il cigno ha due scelte quando sente c'è troppo freddo
Migrare... o congelare in eterno"

Accigliate, le osservo
Reclute atte allo scherno
Io ho esperienza a palate
Loro ferme e impalate
Dopo quello che ho detto
"Se non state capendo, era un avvertimento
E visto che restate, che ancora non migrate
Pare che abbiate scelto"

Smetto
Di parlare, ho offerto solo disprezzo
Le katane presto faranno il resto
Dilaniare chi ha messo via il rispetto
Per mio fratello
E per questo motivo io mi ribello
Anche se sto con i nervi a pezzi, faccio a pezzi ogni pivello
Non sono il cattivo, beh, non penso
Sto uccidendo ogni cadetto
Ma ho un proposito ben impresso

Sferro
Un fendente, tengo la katana
Svelto e dirompente spezzo la guardia alta
Presso, schivo e, mentre scendo
Già mi sta assalendo l'intera squadra, assetto
C'è un distacco tra ogni principiante
In questa guerra ed il comandante
Io le infilzo e le lancio a terra da sollevate
In questa terra del Sol Levante
Il nesso
Del discorso, è il rimorso che ho dentro
Qui nel bosco, rispondo e contesto
Quando sgozzo o vi affondo nel petto
Ogni vostro lamento è un concerto
Non ricordo un momento
Di raccordo, conforto o sostegno
Quando ho esposto un modesto sconcerto
Perché ho letto che è morto un fratello

So che non fa testo chi è acerbo
La missiva asseriva il concetto
Il più onesto soldato, un esempio
Lodato e perfetto, è mutato in un empio?
Ora è indegno? Cercate un pretesto
Il decesso è successo da impervio
Non è emerso un difetto, corretto?
Perché è un diavolo, adesso?
Ma la lettera, asettica al mio sentimento
Termina al paragrafetto
Che determina: "Merita abbandono esterno
Nessuno seppellirà questo"
Incredulo ho letto e riletto
Ridendo isterico, perché è uno scherzo
Deve esserlo, non c'è verso
Non accetto sia vero, è perverso

Mi chiamo Kaishi e posseggo parecchio
Un titolo sotto un signore, monete e contegno
La mia ribellione è un atto di fatto sofferto
Ma baratto il mio vantaggio e riscatto un risveglio
Tra dire e tradire c'è un ronin di mezzo
Il samurai senza padrone che sto divenendo
Ma se sarò senza padrone, voglio sia nel senso
Che il mio padrone
Venga spedito all'inferno
Vedendo il mio ammutinamento
Attaccati alla legge, voi cadetti, lo comprendo
Attaccarmi sorregge il vostro atterrito buonsenso
Mi è dispiaciuto ammazzarvi, ma rifarei lo stesso
Dopo il combattimento
Il mio corpo si accascia, soffrendo
Sono illeso, o così almeno sembro
Le ferite, subite all'interno
Questo impero è, sì, invero, un tormento
E ogni suo commento mi lascia sgomento
Seppellito chi ho ucciso, non resto fermo
Perciò

Foga vera, buona lena, scheggia come il vento
La lettera mi rivela dove era l'evento
Sto correndo, quel che cerco
Teoricamente è nei pressi, ma lo nego
Io che prego il punto sia un buco deserto
Ove non v'è nessuno di deceduto, o meglio
Che ci sia qualcuno
Mi illudo, contento
Forse è gravemente contuso lì, mio fratello
Adesco, il mio ottimismo, lo tento
E, fesso, provo a crederci: tento
Entrambi i sensi, li intendo
Occhi aperti, l'orecchio è attento
Il cammino parallelo di un uomo retto
Spero incroci il mio sentiero, adesso che pecco

Mi arresto
È pallido e spento
Fino alla morte egli fu prode ed ottenne il disdegno
Io solo attesto le sue cronache e il suo ardimento
Non sono il primo se tradisco il codice, del resto
È esso stesso che ha tradito chi sto seppellendo
Se agli eroi morti in missione l'onore è disdetto
E ai suoi seguaci e ai loro cari dolore è concesso
Io resterò senza un signore, monete o contegno
Lascio un lamento
A questo codice e al suo fallimento
Ma ai responsabili chiederò pegno
Partendo da chi è lì, all'insediamento
Un uomo senza riserbo, senza ritegno
Arakan
Preparati, ché sto venendo

Lascio il fuoco e mi addentro nel bosco più freddo



Credits
Writer(s): Roberto Lanzone
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