La Condanna di Arakan
(Lascio il fuoco e mi addentro nel bosco più freddo)
È tarda mattinata, qua
Già sono all'insediamento di Arakan
Battono gocce di pioggia
Cadono, si infrangono al suolo
Lo adoro: approfitterò del loro frastuono
Di soppiatto, mi muovo quatto quatto
Neanche un suono
Conto quattro guardie
Due di loro, su una roccia lì coperta
Sotto un posto di vedetta
Hanno un mazzo di carte, sono distratte dal gioco
Mi guardo attorno, vedo un orso nero
A un tronco appeso, da un moro
Presso un rigagnolo, dall'altro lato
Noto, alquanto cauto, un castoro
Raggiungo il roditore e
Con poca opposizione, lo traforo
L'orso sente l'odore
Beh, buona colazione
Afferro la cacciagione e la strattono
La carcassa casca in fondo all'insediamento
Con l'orso all'inseguimento del pasto gustoso
Con passo chiassoso
Le guardie zitte e in silenzio, d'un colpo ritte all'ingresso
Quel pazzo furioso fa sconquasso maestoso
Mentre lasciano il posto di guardia, io gattono
Svelto e rapido, questa boscaglia abbandono
Che combattano l'intruso
Io sgattaiolo dentro il campo
Celato, m'intrufolo, e ora sono in tenda
Di prepotenza, bastono due soldati ritrovati di veglia
Bastano due legnate ben mirate alla testa e cascano a terra
Prendo una borraccia di Umeshu, la scolo
Ma ancora ho sete di sangue
Si procede e, tra drappe
Si intravede il comandante che siede ad un tavolo
Mentre mi dà le spalle
"Usa cautele, pargolo
Quale sarebbe il tuo ruolo?"
"Solo a poca data fa, ero un tuo uomo, Arakan"
"Dai modi ricordavi un mariolo"
"Cerco risposte, Arakan!"
Con voce forte e carica
"Beh, sono in vena di chiacchiera, capita a fagiolo"
Il signore d'alta corte si alza e sporge
Verso le katane esposte, una è d'oro
"Disertore, parla!"
Nocche all'arma pronte
Apro bocca e la mia voce ricorda il tuono
"Il soldato l'altra notte, a tarda notte
Che ha incontrato la sua morte, era da solo
Ti ha disonorato forse?
L'aspra sorte che gli è toccata non ti basta?"
Lo canzono
"Calma e contegno
Gli dai tanto sostegno"
"Era mio fratello"
"Ed io il tuo superiore"
"Non più"
"Ricambia il rispetto!
Nome?" "Kaishi"
"Kaishi, credi che sia nato in cassaforte?
Che non mi sia poi guadagnato casta e forte?
Già, tu sai che ho fatto in massa lotte?
Un samurai nato, ho ammazzato carogne
Provato quanto lodato dal fronte
Elogiato da frotte e votato alla morte
Perché un soldato sa andare oltre
Rade e miete vite libere, ma effimere
Potrà solo godere nel redimere le vittime
Se dovesse cadere, deve recidere il suo vivere
Un samurai ha il potere di decidere di uccidere
E se non era chiaro
Tuo fratello era in pena e nel calvario
Quel potere ce l'aveva l'avversario..."
"Tamamo!"
"Col dovere di perire, ma è difficile"
"Sei un forsennato!"
"Nel codice del samurai è contemplato
Solo chi segue le regole è reputato onorevole"
"Beh, reputalo pure contestato!"
"Uno come te è depistato, sleale e codardo
Comunque sia, è finita
Senza il coraggio di togliersi la vita
Ha avuto ciò che si è meritato!"
Attacco Arakan, è più che uno sfogo
Ogni mio occhio rosso lacrima e pullula d'odio
Ogni mio colpo lo para, ha un'aria sicura
Ma ha la sua età, ha paura di lasciarmi un'apertura
Eppure la trovo!
Catarsi della mia rabbia, la sfogo
Trafiggo la mia katana più a fondo
Estratta la mia arma, Arakan è in ginocchio
Rinfodero la mia lama
Poi mi accovaccio al suo corpo
"Guardati a terra, contorto
Il tuo bel silenzio, sporco
È in contraddizione con la tua posizione
Con le urla di dolore che ti leggo in volto
Se non era chiaro
Sei in pena e nel calvario"
Gli strappo la katana d'oro dalla mano
"Non ti accorgi che hai esitato
Ma sarò buono, ringrazia!
Se ti lascio al tuo fato, con 'compassione'
Morirai agonizzato tra un paio d'ore
Nell'atroce dolore
Ma sono un ronin depistato e ti darò il colpo di grazia"
È tarda mattinata, qua
Già sono all'insediamento di Arakan
Battono gocce di pioggia
Cadono, si infrangono al suolo
Lo adoro: approfitterò del loro frastuono
Di soppiatto, mi muovo quatto quatto
Neanche un suono
Conto quattro guardie
Due di loro, su una roccia lì coperta
Sotto un posto di vedetta
Hanno un mazzo di carte, sono distratte dal gioco
Mi guardo attorno, vedo un orso nero
A un tronco appeso, da un moro
Presso un rigagnolo, dall'altro lato
Noto, alquanto cauto, un castoro
Raggiungo il roditore e
Con poca opposizione, lo traforo
L'orso sente l'odore
Beh, buona colazione
Afferro la cacciagione e la strattono
La carcassa casca in fondo all'insediamento
Con l'orso all'inseguimento del pasto gustoso
Con passo chiassoso
Le guardie zitte e in silenzio, d'un colpo ritte all'ingresso
Quel pazzo furioso fa sconquasso maestoso
Mentre lasciano il posto di guardia, io gattono
Svelto e rapido, questa boscaglia abbandono
Che combattano l'intruso
Io sgattaiolo dentro il campo
Celato, m'intrufolo, e ora sono in tenda
Di prepotenza, bastono due soldati ritrovati di veglia
Bastano due legnate ben mirate alla testa e cascano a terra
Prendo una borraccia di Umeshu, la scolo
Ma ancora ho sete di sangue
Si procede e, tra drappe
Si intravede il comandante che siede ad un tavolo
Mentre mi dà le spalle
"Usa cautele, pargolo
Quale sarebbe il tuo ruolo?"
"Solo a poca data fa, ero un tuo uomo, Arakan"
"Dai modi ricordavi un mariolo"
"Cerco risposte, Arakan!"
Con voce forte e carica
"Beh, sono in vena di chiacchiera, capita a fagiolo"
Il signore d'alta corte si alza e sporge
Verso le katane esposte, una è d'oro
"Disertore, parla!"
Nocche all'arma pronte
Apro bocca e la mia voce ricorda il tuono
"Il soldato l'altra notte, a tarda notte
Che ha incontrato la sua morte, era da solo
Ti ha disonorato forse?
L'aspra sorte che gli è toccata non ti basta?"
Lo canzono
"Calma e contegno
Gli dai tanto sostegno"
"Era mio fratello"
"Ed io il tuo superiore"
"Non più"
"Ricambia il rispetto!
Nome?" "Kaishi"
"Kaishi, credi che sia nato in cassaforte?
Che non mi sia poi guadagnato casta e forte?
Già, tu sai che ho fatto in massa lotte?
Un samurai nato, ho ammazzato carogne
Provato quanto lodato dal fronte
Elogiato da frotte e votato alla morte
Perché un soldato sa andare oltre
Rade e miete vite libere, ma effimere
Potrà solo godere nel redimere le vittime
Se dovesse cadere, deve recidere il suo vivere
Un samurai ha il potere di decidere di uccidere
E se non era chiaro
Tuo fratello era in pena e nel calvario
Quel potere ce l'aveva l'avversario..."
"Tamamo!"
"Col dovere di perire, ma è difficile"
"Sei un forsennato!"
"Nel codice del samurai è contemplato
Solo chi segue le regole è reputato onorevole"
"Beh, reputalo pure contestato!"
"Uno come te è depistato, sleale e codardo
Comunque sia, è finita
Senza il coraggio di togliersi la vita
Ha avuto ciò che si è meritato!"
Attacco Arakan, è più che uno sfogo
Ogni mio occhio rosso lacrima e pullula d'odio
Ogni mio colpo lo para, ha un'aria sicura
Ma ha la sua età, ha paura di lasciarmi un'apertura
Eppure la trovo!
Catarsi della mia rabbia, la sfogo
Trafiggo la mia katana più a fondo
Estratta la mia arma, Arakan è in ginocchio
Rinfodero la mia lama
Poi mi accovaccio al suo corpo
"Guardati a terra, contorto
Il tuo bel silenzio, sporco
È in contraddizione con la tua posizione
Con le urla di dolore che ti leggo in volto
Se non era chiaro
Sei in pena e nel calvario"
Gli strappo la katana d'oro dalla mano
"Non ti accorgi che hai esitato
Ma sarò buono, ringrazia!
Se ti lascio al tuo fato, con 'compassione'
Morirai agonizzato tra un paio d'ore
Nell'atroce dolore
Ma sono un ronin depistato e ti darò il colpo di grazia"
Credits
Writer(s): Roberto Lanzone
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