La storia di orfeo (Il cane che non abbaiava)

Lunga e diritta correva la strada..." cantava gigi, u
n simpatico vecchietto che in sella alla sua amata graziella dell'89
dotata di un cestello così grande da poterci quasi dormire stava
percorrendo le vie polverose e segrete delle sue zone in aperta
campagna... dove l'aria è buona... dove i sorrisi migliori sono quelli
donati agli sconosciuti e l'asfalto e il tempo
si sono fermati... Una vita strana la sua... solitaria .
forse per scelta forse perché non è mai scattata la famosa
scintilla o forse perché lui è uno di quelli che non si accontenta.
per molti, troppi è semplicemente il matto del paese perché si sa che
la gente ormai abituata solamente a comprare detesta tutto quello che
non può avere ...e la sua liberà non la
puoi di certo trovare in uno scaffale.
Lo riconoscevi al volo quando ti passava vicino.
era sempre a petto nudo, andatura da lumaca.
capelli bianchi al vento e
espressione del volto che sembrava dirti...
fondamentalmente me ne frega un cazzo... e anche quel giorno il copione
era lo stesso... ma a un certo punto qualcosa rapì il suo sguardo... sul
ciglio della strada era accovacciato un cucciolo con accanto una
ciotola d'acqua quasi finita ...gigi non perse tempo a farsi inutili
domande... in un secondo aveva già capito cos'era successo e soprattutto
che gli esseri umani a volte
possano essere dei grandissimi bastardi.
punto...
quindi senza indugiare oltre gli disse... "pelosetto, an
zi orfeo perché tu hai il musetto di
uno che sicuramente si chiama... orfeo. .
sono qui per te!...
dai salta su che ti faccio da autista"
Lui non se lo fece ripetere due volte e avrebbe voluto abbaiare a più
non posso per la felicità ma purtroppo la voce gli era sparita a
forza di piangere dietro a quella macchina che l'aveva lasciato poche
ore prima lungo quella strada... dentro c'era la sua
padroncina con i genitori ...lei non si girò nemmeno per un saluto.
vide i suoi capelli confondersi con tutto il resto fino a diventare
un puntino piccolo piccolo lì in fondo ...ma forse era colpa sua... era
cresciuto troppo in fretta e non ci stava più dentro quella
piccola borsetta e quel vestitino che mica gli era mai piaciuto eh.
ma lei era tanto contenta... f
orse non era bello come quei cani che vedeva in tv... f
orse dava disturbo... forse... ma questi pensieri adesso non avevano più
importanza... senza pensarci due volte si fece prendere in braccio e
mettere sopra quel cestello che ai suoi occhi era come un castello.
magari non era comodo come quella cuccia a tre
piani con cabina armadio e porta ossi che aveva prima.
ma una casa per diventare la tua casa non deve essere
necessariamente bella da vedere... deve farti battere il cuore...
e il suo in quel momento suo ballava, pogava, saltava... VIVEVA!
è una strana cosa la felicità vero?
un secondo prima è persa da qualche parte e un secondo dopo ti porta
via con lei con
direzione... ovunque... e strani erano pure loro due eh!
Da quel primo incontro divennero inseparabili.
come se vivessero dentro a un film che
partiva ogni giorno con la stessa scena.
immaginatevela.
gigi si sveglia, va a prendere il giornale e appena torna trova orfeo
pimpante vicino al cancello perché sente in lontananza il campanello
della bicicletta che lui suona apposta e quindi si fa trovare sveglio
e pronto... p
er partire alla conquista del mondo
...un'amicizia fatta di km e silenzi.
perché il compagno di viaggio di gigi continuava a non parlare.
del resto certi dolori lasciano segni indelebili che non si possono
facilmente cancellare ... e certe delusioni restano lì sospese tra
stomaco e cervello a bloccare le emozioni in uscita facendole
rimbalzare sul quel famoso nodo in gola che tramuta i pensieri in
silenzi che pochi possono capire.-...m
a in compenso con addosso il suo sorriso migliore sapeva ascoltare i
discorsi filosofici e le mille storie che gigi amava raccontare a
tutte le ore ...mica tutte vere eh... diciamo che amava
esagerare ma che vita sarebbe senza un po' di sana immaginazione?...
E così tra una pedalata, una risata ...e qualche ruota bucata.
Il tempo velocemente passava... con il pelo del cagnolino che diventava
sempre più grigio e la memoria di gigi che perdeva
sempre di più qualche nome e qualche ricordo lungo il cammino...
finchè una mattina orfeo non sentì il suono di nessun campanello.
aspettò un bel po' di tempo ma nulla.
...eppure il suo amico era uscito, l
'aveva sentito cantare la sua solita canzone
di cui ormai non si ricordava più le parole...
A un certo punto non ce la fece più ad aspettare e
raccogliendo tutto il suo coraggio uscì da solo per cercarlo...
lo trovò che vagava impaurito e spaesato vicino al posto dove lui
stesso era stato trovato... gli andò vicino ma gigi
non lo riconobbe... aveva lo sguardo perso nel vuoto.
e fu allora che raccogliendo tutto il fiato che
aveva dentro abbaiò per la prima volta dopo anni e anni.
e lo fece così forte che lui si
svegliò da quel torpore e gli sorrise...
fu il modo che orfeo usò per dirgli. "sono qui per te!!.
dai che di mondo ce n'è ancora tanto da scoprire..."
E poco importa se la strada non era più così dritta e avevano davanti
a loro qualche curva tosta... erano di nuovo
assieme pronti per affrontare ogni nuova salita...
c'è chi lo chiama amore.
chi la chiama amicizia... e chi invece se ne frega
di trovare una definizione... se ho bisogno ci sei.
se hai bisogno ci sono.
contano i fatti non le parole... E un tramonto che non era mai
stato così bello li accompagnò lentamente e dolcemente a casa...
in attesa del domani...
e di tornare lungo quella strada...



Credits
Writer(s): Fortunato Cacco
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